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#LACULTURANONSIFERMA #VISIONIDAITERRITORI. CO.HERITAGE 2020. Il patrimonio culturale per lo sviluppo, il dialogo e l'integrazione

#LACULTURANONSIFERMA #VISIONIDAITERRITORI. CO.HERITAGE 2020. Il patrimonio culturale per lo sviluppo, il dialogo e l'integrazione

Oggi inauguriamo una nuova rubrica: #VISIONIDAITERRITORI, un percorso attraverso progetti di tutela, ricerca e valorizzazione sui beni demoetnoantropologici e immateriali, promossi da musei ed ecomusei, soprintendenze e poli museali. Un modo per aprire una finestra sulle tante e diversificate attività che popolano il nostro territorio nazionale. Iniziamo con un progetto dell'Ecomuseo Casilino ad duas lauros di Roma. 

CO.HERITAGE 2020. Il patrimonio culturale per lo sviluppo, il dialogo e l'integrazione

Progetto a cura di: Ecomuseo Casilino ad duas lauros. Team di ricerca Alessandra Broccolini, Stefania Favorito, Stefania Ficacci, Claudio Gnessi, Romina Peritore, Carmelo Russo. Con la collaborazione di Giulia Papa, Giorgio Silvestrelli, Carla Ottoni, Flavio Lorenzoni, Daniele Quadraccia, Cristina Pantellaro e Francesca Castano, Vega Guerrieri.

Premessa
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo afferma che “tutte le persone hanno diritto alla piena partecipazione alla vita culturale” di un territorio. Una partecipazione, come chiarisce poi la Convenzione di Faro, da intendersi non solo come diritto alla fruizione del patrimonio culturale disponibile (sia esso materiale o immateriale), ma anche come necessità di partecipare al suo arricchimento.


Il progetto
Ricerca, partecipazione, innovazione, sostenibilità, formazione, intercultura, governance sono parole che hanno accompagnato la nostra associazione fin dai primi momenti della sua costituzione. Nel 2011 l’idea di realizzare un ecomuseo urbano, nel comprensorio territoriale di Roma-Est, quello Casilino (che comprende i quartieri Pigneto, Tor Pignattara, Marranella, Quadraro, Centocelle, Villa Gordiani) ritenuto dalle istituzioni socialmente ed economicamente marginale, è nata dall’incontro sul territorio di due attori - un team di studiosi di differenti discipline e la cittadinanza attiva – che si trovavano di fronte all’esigenza di costituire un fronte comune per resistere, principalmente, a quell’attacco al diritto di ogni cittadino di godere la piena partecipazione al patrimonio culturale che rappresenta il suo habitus. I progetti che ne sono seguiti hanno sempre mantenuto lo sguardo su questo obiettivo di tutela, ma hanno anche posto numerose domande sugli strumenti di ricerca e di restituzione da adottare, sulle tematiche da affrontare, sui generi e sulle generazioni da coinvolgere.
Domande che si sono tramutate in princìpi guida, che oggi costituiscono gli elementi di narrazione del macroprogetto “Co.Heritage” che, partendo dall’idea che nessuno è ospite del territorio che abita, si pone l’obiettivo di fare in modo che tutte le comunità presenti (senza distinzione alcuna) abbiano la possibilità di salvaguardare, fruire, implementare e promuovere il patrimonio culturale locale. Non quindi una posizione difensiva della ricerca, con l’esclusivo obiettivo di tutelare “ingabbiando” gli elementi costituenti il patrimonio, bensì una funzione attiva, capace di agire nella quotidianità delle comunità. Ci sembra così di accogliere l’invito espresso dalla Convenzione di Faro, ad intendere il patrimonio culturale non come uno spazio di difesa di una presunta identità immutabile, ma come ambito in cui realizzare il dialogo interculturale e intergenerazionale, strumento di valorizzazione delle differenze, mezzo attraverso cui coinvolgere gli attori locali in processi di co-creazione di nuovi modelli di interpretazione, narrazione, governance, pianificazione e sviluppo del territorio.
Questo perché, coerentemente ai documenti sopra citati, la conoscenza del patrimonio culturale è un reale strumento di crescita personale dell’individuo e, di conseguenza, un mezzo concreto per costruire società più inclusive, giuste e democratiche. Questo ragionamento è ancora più importante nei contesti marginali e periferici, laddove purtroppo assistiamo quotidianamente a fenomeni di disgregazione sociale, conflitto e sfilacciamento dei principi democratici basilari. In queste realtà di frontiera, diventa cruciale la ricostruzione di un tessuto culturale comune, proprio a partire da quel complesso stratificato di valori culturali e storici che possono costituire la piattaforma da cui procedere alla costruzione di una nuovo orizzonte sociale democratico e inclusivo.
Attraverso il progetto Co.Heritage, dal 2017 abbiamo avviato una serie di azioni finalizzate a migliorare l’accesso al patrimonio culturale locale, accompagnando le diverse comunità (in particolare anziani, bambini/e e migranti) a scoprire, studiare e a raccontare il territorio, profilando l’attività a seconda delle tematiche che annualmente affiorano dal confronto con le esigenze dei destinatari coinvolti. I luoghi del quotidiano diventano così non solo spazi da attraversare, ma anche luoghi su cui agire, cornice e contenuto di una nuova narrazione al contempo personale e collettiva.
La conoscenza, lo studio e il racconto del patrimonio culturale diventano quindi il motore di un vero e proprio percorso di cittadinanza, che parte proprio dalla riconquista del diritto di essere parte attiva nello sviluppo del territorio. Non più oggetto delle narrazioni altrui, ma soggetti narranti della propria identità, attori del territorio capaci di formulare visioni sullo sviluppo del proprio spazio urbano e quindi orientati a impattare positivamente le policy locali. Attraverso le nostri azioni, quindi, ci poniamo l’obiettivo di costruire comunità più consapevoli e dialoganti, aumentando il senso di appartenenza al proprio territorio e il desiderio di partecipare attivamente alla sua vita civile, culturale e democratica.


Le nostre attività
Chiunque partecipi alle attività promosse dal progetto Co.Heritage accoglie l’idea che un ecomuseo trovi il pieno adempimento nella partecipazione alla vita intima e pubblica delle comunità a cui appartiene, legato da un patto di solidarietà i soggetti che lo compongono, un accordo che consente ad ogni attore di partecipare e promuovere le attività di ricerca, di tutela, di fruizione, di arricchimento e di valorizzazione. Non si promuovono quindi solo attività dirette, ma si accolgono tutte quelle azioni che altri soggetti – singoli cittadini, organizzazioni, imprese artistiche e culturali – esercitano sui territori e nelle comunità che appartengono all’orizzonte dell’Ecomuseo Casilino. Potremmo dire che il progetto Co.Heritage sia nato per promuovere una narrazione corale, in parole più semplici, una condivisione partecipata attraverso la quale ogni attività rappresenta uno scambio di risorse culturali paritario.

Nei tre anni di attività abbiamo incontrato qualche migliaio di persone. Il numero così indefinito sembra enorme, ma ci muoviamo in uno spazio urbano che accoglie circa 170.000 persone (se guardiamo solo ai residenti) e così ci convinciamo che il lavoro fatto fin qui sia solo una parte, solo l’inizio di un progetto molto più lungo e complesso. Tre anni ci sono però serviti per comprendere meglio quali azioni siano sentite come più urgenti dalle comunità: la ricerca di un tessuto culturale che possa diventare un mosaico di identità; la salvaguardia del patrimonio materiale e immateriale artistico, storico e paesaggistico del comprensorio Casilino; la partecipazione della cittadinanza in azioni di rigenerazione urbana e sociale; la narrazione secondo prospettive di storytelling che vengono dal basso e che ridefiniscono le identità imposte da soggetti esterni; la formazione nella ricerca e nella valorizzazione del patrimonio culturale, per il necessario passaggio di testimone fra generazioni. 

Tutte queste azioni si concretizzano in attività svolte sul territorio. Ogni anno Co.Heritage muta a seconda delle necessità e degli stimoli che emergono da tutti i partecipanti, ma restano eventi di riferimento costanti, come le Domeniche dell’Ecomuseo – percorsi guidati che consentono la conoscenza delle risorse culturali presenti nel territorio e la restituzione delle attività di ricerca dei singoli gruppi – le Giornate del Territorio – evento annuale che promuove tavoli di confronto con altre realtà similari presenti in Italia e in Europa – il progetto Inciampi nella memoria – evento annuale promosso in collaborazione con l’Associazione Arte in Memoria per la posa delle “pietre d’inciampo” a ricordo dei deportati dal nazifascismo. Su queste attività si innestano poi i tanti progetti che singoli ricercatori o gruppi di studio portano avanti per singole discipline scegliendo di pari passo le modalità di restituzione e fruizione dei risultati.
Tutte le attività di ricerca possono essere approfondite tramite il web, attraverso il sito www.ecomuseocasilino.it, la pagina facebook Ecomuseo Casilino ad duas lauros, Il canale You Tube Ecomuseo Casilino.


I due documentari – realizzati dai filmakers Greca Campus e Piero Tacconi - sono il resoconto audiovisivo del lavoro svolto dal progetto Co.Heritage nel 2018 e 2019.

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Orario ICPI
Dal lunedi al venerdi
9.00-17.00
Metro Linea B (EUR Fermi) Bus 30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791
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