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Aprile

Aprile

  • I Santi:
    29 aprile - Santa Caterina da Siena
    Vergine e dottore della Chiesa, Caterina nacque a Siena nel 1347, ventiquattresima di venticinque figli. Sin da piccola cominciò ad avere visioni di Gesù Cristo, e rinunciò presto ai piaceri della vita che in qualche modo avessero a che fare con il corpo. Prenderà i voti a sedici anni spinta da un'altra visione questa volta di san Domenico entrando nel terz'ordine domenicano. Semianalfabeta, cercò inutilmente di leggere le lodi divine e le ore canoniche; chiese allora al Signore il dono di saper leggere che le venne miracolosamente accordato. L'episodio più celebre e comunemente rappresentato nell'arte italiana è il suo matrimonio mistico con Gesù: la notte di carnevale del 1367 le apparì Cristo accompagnato dalla Vergine e da una folla di santi, e le donò un anello sposandola misticamente. Una volta terminata la visione l'anello le rimase al dito, visibile solo a lei.
  • Accadde:
    6 aprile 1520: muore Raffaello Sanzio
    Raffaello morì il 6 aprile 1520, a soli 37 anni, nel giorno del venerdì santo. Secondo Vasari la morte arrivò dopo quindici giorni di malattia, iniziatasi con una febbre "continua e acuta" inutilmente curata con ripetuti salassi. Molte sono le testimonianze del triste evento per il quali tutti, compreso il papa, si rammaricarono. Secondo Marcantonio Michiel accaddero fatti straordinari, come alla morte di Cristo: i cieli si agitarono e una crepa scosse il palazzo vaticano, forse per effetto di un piccolo terremoto. Nella camera dove morì era stata appesa, già da alcuni giorni, la Trasfigurazione da lui eseguita poco prima, generando ancora più sconforto per la sua perdita. Scrisse Vasari a tal proposito: "La quale opera, nel vedere il corpo morto e quella viva, faceva scoppiare l'anima di dolore a ognuno che quivi guardava". Fu sepolto nel Pantheon, come egli stesso aveva richiesto
  • Feste e sagre:
    San Giorgio a Mirabello Sannitico 16-23 aprile
    Ogni anno per la festa di San Giorgio a Mirabello Sannitico e nel territorio circostante vengono accesi poco dopo l'imbrunire centinaia di fuochi, creando uno spettacolo di grande suggestione. Secondo la tradizione locale, l'origine dei fuochi è collegata a un periodo di continue guerre; durante una di queste battaglie, la popolazione chiese aiuto a Dio che inviò un cavaliere coraggioso, giunto su un cavallo bianco dal colle che poi prese il suo nome: si trattava di san Giorgio che trasformò i vigneti tutto intorno in un esercito di soldati, mettendo in fuga gli avversari. Poco dopo dell'esercito non rimase traccia, ma sul colle comparve la statua del santo (collocata poi all'interno della chiesa a lui dedicata) che così divenne patrono del borgo. Da allora ogni volta che la statua è stata spostata dalla chiesa, Mirabello è andato incontro a sventure come fulmini, tempeste e incendi. Per questo ancora oggi durante la festa patronale, la statua viene lasciata nella sua nicchia mentre viene portato in processione solo il reliquiario a braccio. I falò vengono accesi il 16 e il 22 aprile, mentre il 23, giorno della festa patronale, sul colle di San Giorgio viene portato in processione il reliquiario.
  • La ricetta:
    Abbacchio alla cacciatora (Lazio)

    Ingredienti: 1 kg agnello; 3 cucchiai olio extravergine; 1 dl aceto; 3 spicchi d'aglio; 3 filetti di acciuga; rosmarino fresco; 20 g farina; sale e pepe
    Preparazione: Pestare nel mortaio l'aglio con i filetti d'acciuga e, non appena ridotti in poltiglia, diluirli con l'aceto. Mettere in una padella l'olio e il rosmarino: quando l'olio fuma, togliere il rosmarino, che ormai ha rilasciato il suo aroma, e disporre nella padella i pezzi di abbacchio infarinati. Far rosolare i filetti girandoli da entrambe le parti, quindi metterli in una terrina e condirli con un pizzico di sale e un pizzico di pepe macinato sul momento. Versare nel fondo di cottura il pesto di aglio diluito con l'aceto, e far ridurre l'aceto di due terzi. Rimettere i pezzi d'abbacchio nella padella e far insaporire l'insieme per una decina di minuti mescolando con molta frequenza. Versare il tutto in un piatto di servizio ben caldo e servire subito.

     

  • Il proverbio:
    Se vuoi cocomeri grossi come un barile, piantali il primo giovedì d'Aprile
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