Materiali di origine animale
Molti contadini praticavano l'allevamento del baco da seta, al quale doveva necessariamente aggiungersi la coltivazione del gelso, cibo indispensabile per l'alimentazione dei bachi stessi. Nella quasi totalità dei casi, tuttavia, i bozzoli giunti a maturazione venivano venduti ai commercianti, che li inviavano alle località, anche molto lontane, dove maestranze specializzate lavoravano in filande ed opifici di tessitura. Il ciclo di lavorazione della seta non si completava, pertanto, nell'ambiente dei contadini allevatori di bachi –che, anzi, si trovavano a dover acquistare quei tessuti di seta alla cui produzione avevano contribuito-, ma si estendeva su aree anche molto lontane tra di loro. Opifici di filatura e tessitura della seta si trovavano in Lombardia, Emilia, Toscana, Campania, Sicilia; queste ultime due aree fungevano da centri di raccolta dei bozzoli prodotti in Italia meridionale. Solo in alcune località, come nell'Appennino calabrese, e fino alla metà del Novecento, sussistevano lavorazioni della seta a ciclo completo.
La lana, disponibile particolarmente presso le comunità dei pastori, che in passato potevano anche commerciare questo materiale, era oggetto di filatura e tessitura domestica, ma veniva anche lavorata nelle manifatture locali, che producevano tessuti in lana destinati all'abbigliamento delle comunità agropastorali.
Il cuoio e le pelli, il corno di animali erano invece materie che derivavano direttamente dall'attività armentaria degli allevatori (pastori di ovini, allevatori di bovini e di equini). Il cuoio e le pelli venivano utilizzati per capi di abbigliamento o per usi legati al lavoro, come grembiuli di cuoio, gambali in pelle di capra, giacche in pelle di pecora, selle e finimenti; il corno veniva usato soprattutto per realizzare recipienti di piccole dimensioni. Tipici dell'area abruzzese-molisana sono i corni destinati a contenere la razione di olio, che veniva assegnata, dall'azienda padronale, ai pastori che effettuavano la transumanza in Puglia.
In modo parallelo alla produzione delle zucche, in Sardegna si è affermato, in passato, un fiorente artigianato volto alla produzione di oggetti in corno, interamente ricoperti di incisioni decorative. Si tratta di piccole tabacchiere, fiasche per polvere da sparo o porta-pallini da caccia: alcuni di questi oggetti dimostrano la loro appartenenza ad un ambito agro-pastorale, altri sono chiaramente opera di un artigianato professionale specializzato.