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Insegna di cocomeraio, olio su tela, Firenze, inizi XX secolo Insegna di cocomeraio, olio su tela, Firenze, inizi XX secolo

Banchi, grida e insegne

Ad ambito urbano si riferiscono le insegne di botteghe orafe esposte: due opere sbalzate, in lega di rame argentata, raffiguranti la luna ed un cuore, due piccole sculture lignee riproducenti un angelo e un'aquila. A raffronto con le modalità di connotazione delle altre attività artigiane, quelle delle botteghe orafe risultano commissionate a artigiani specializzati e pertanto sono realizzate in materiale pregiato e attingono a un vasto repertorio di motivi mitologici, religiosi, vegetali, animali, astronomici. Allo stesso repertorio attingevano, per le proprie insegne, le coeve farmacie, locande e osterie.

Sono, quindi, esposti alcuni segni riferiti al lavoro di tabaccai, barbieri e farmacisti. Di notevole interesse l'insegna di farmacia veneziana databile al secolo XVIII, con l'immagine del serpente, simbolo di Esculapio, il dio della medicina. Altrettanto notevole l'insegna piemontese di tabaccaio: i due personaggi raffigurati in atto di fumare, il bersagliere e la donna in abbigliamento esotico, sono riferibili ad un tema derivato dalle coeve guerre coloniali. Infine l'insegna di barbiere, una catinella da barba, in peltro, proveniente dal veronese, la cui esposizione indicava l'attività di taglio della barba e dei capelli.

Nel settore alimentare l'identificazione dell'attività era affidata prevalentemente all'esposizione della merce o a insegne a volte raffiguranti la merce stessa. Caratteristici sono i segni distintivi delle osterie e delle trattorie: la frasca, la bandiera, e forme circolari quali corone, cerchi di botte, ruote di carro. La frasca deriva dal fascio d'edera, pianta sacra a Dionisio; la corona e i segni circolari possono anch'essi essere riferiti alla ghirlanda di Bacco.

Gli ambulanti, artigiani e venditori, pur riconoscibili dal banco, dalle attrezzature, dalla merce o dalle insegne, ricorrevano prevalentemente alle grida per segnalare, anche a distanza, la loro presenza all'interno delle abitazioni, nelle strade, nelle piazze e nei mercati. Con il termine banco si indicano genericamente i vari tipi di strutture e di attrezzature, compresi i carri, usate per prestare la propria opera o vendere la propria merce.

Tutte figurate e dipinte, le insegne usate da cocomerai fiorentini sono corredate quasi sempre di iscrizioni a carattere pubblicitario basate sul binomio dolcezza/refrigerio. I temi privilegiati nella figurazione sono il momento della vendita, fissato con una notevole varietà di componenti, ed il corpo femminile accentuato nelle sue forme a suscitare il desiderio del frutto. I dipinti sono opera di artigiani specializzati nel settore, pittori d'insegne famosi nella Firenze d'inizio secolo quali Pezzella, Vinia, Vannucci, Nobello, Di Ricco. Inoltre è esposto un banchetto di acquaiolo palermitano, completo di quartàra per l'acqua, bicchieri e piattini, bottiglie per la sambuca, colino per filtrare il succo di limone: l'acquaiolo vendeva infatti acqua naturale, acqua con la sambuca, acqua limonata.



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