Lavorazione della canapa
La lavorazione delle fibre di canapa e lino ha un'antica tradizione che risale fino alla seconda metà dell'Ottocento quando, con l'introduzione di apparecchi meccanici, furono apportate profonde modifiche che ridussero fortemente i tempi di lavorazione incidendo in modo determinante sull'economia e sulla società.
Le tecniche tradizionali sopravvissero nelle campagne per la produzione di manufatti di uso domestico, canapa e lino venivano utilizzati per i capi di vestiario e di corredo.
Nell'esposizione sono visibili gramole e pettini per la lavorazione della canapa, fibra vegetale dai vari impieghi, lavorata con maggiore o minore raffinatura per ricavare corde e tessuti grossolani per fabbricare i sacchi utilizzati nei vari cicli di lavorazione contadina, ma anche tessuti per camicie, lenzuola e asciugamani.
Le fibre si ottenevano mediante una serie di operazioni che richiedevano: macerazione, essiccamento, scotennatura, gramolatura, pettinatura, filatura effettuate a mano con la rocca e il fuso o il filatoio.
Alla filatura seguiva l'aspatura per formare le matasse, la sbiancatura, la dipanatura ed infine la tessitura su telai domestici. Una tecnica di colorazione dei tessuti è quella ottenuta mediante stampi di legno intagliati i cui disegni vengono impressi sulle stoffe secondo la tecnica silografica.