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Pannello di gesso per soffitti del Basso Monferrato Pannello di gesso per soffitti del Basso Monferrato

Soffitti in gesso

Il soffitto formato da pannelli portanti di gesso, sorretti da travi e traverse in legno differentemente ornato con marchi e simboli è stato spesso utilizzato in case coloniche ed è un tipo di prodotto che permette di affrontare sia il tema della tradizione artistica popolare che le tecniche e le funzionalità costruttive dell'architettura rurale. Per questo sono stati ricostruiti nel percorso espositivo due soffitti in gesso, l'uno piemontese del Basso Monferrato e l'altro siciliano di Montallegro, comune in provincia di Agrigento, che permettono di porre a confronto due tecniche esecutive e quindi due diverse tradizioni culturali: nel Basso Monferrato l'uso del gesso era legato soprattutto ai soffitti decorati a rilievo, realizzati mediante matrici lignee intagliate da artigiani specializzati. A Montallegro invece, dove il gesso ha costituito il materiale edilizio di più largo impiego fino agli anni '60, i soffitti presentavano un aspetto meno rifinito, con l'armatura di canne spesso lasciata a vista.

Soffitti di gesso del Basso Monferrato

Il sistema costruttivo dei soffitti con travature di legno e pannelli di gesso è documentato in Piemonte dal XVII al XIX secolo. L'area di diffusione del fenomeno si estende nei territori del Basso Monferrato e di parte dell'Albese, e coincide con una zona di notevole concentrazione di depositi gessosi. Ai vantaggi economici derivanti dall'impiego di materiale di produzione locale, questo tipo di soffitto aggiungeva la praticità della tecnica di costruzione. I pannelli venivano messi in opera mediante una matrice di legno che recava intagliato in negativo il disegno da ottenere in rilievo nella specchiatura del cassettone del soffitto. Posata l'orditura lignea, si collocava la matrice tra due travetti; si procedeva quindi alla gettata dell'impasto di gesso, nello spessore del quale si disponeva un'armatura costituita da canne o da rametti di nocciolo o castagno. A presa ultimata, la matrice, precedentemente trattata con olio di lino per favorire il distacco del gesso, veniva rimossa dal basso, quindi spostata in corrispondenza dei travetti successivi fino a completare l'intero soffitto. In tale modo si costituiva una piastra monolitica che serviva da pavimento per il piano superiore dato che il soffitto di "gesso armato", era portante e quindi contemporaneamente anche solaio.

Il repertorio iconografico delle matrici per i soffitti di gesso risulta assai vario (motivi fitomorfi, zoomorfi, geometrici, ispirati alla simbologia religiosa e araldica) e si avvale sia di forme auliche, talvolta sottoposte a semplificazione, sia di forme riconducibili alla cultura rurale. I motivi decorativi consentono di stabilire una serie di legami con l'arte della lavorazione del legno: evidenti sono per esempio i rapporti con l'intaglio di mobili, porte, finestre, nonché con quello degli arredi ecclesiastici. Le matrici erano infatti realizzate da intagliatori specializzati (minusieri), per quanto il linguaggio estremamente semplificato di alcune decorazioni attesti anche la presenza di un artigiano contadino e forse dall'esecutore al fruitore del prodotto finito. Significativi appaiono anche i nessi con altre tecniche artigianali (ricamo, ferro battuto), mentre non si evidenziano rapporti con la decorazione plastica a stucco, pur così diffusa nell'architettura barocca piemontese.

Alcuni motivi decorativi godettero di particolare fortuna, come dimostra la presenza di varianti, la loro permanenza nel tempo, la loro estesa diffusione territoriale. Il frequente impiego di una stessa matrice in comuni diversi è connesso al fenomeno della mobilità dei mastri muratori che costruivano i soffitti. Utilizzato anche per realizzare elementi di arredo come cornici di camini, mensole, scansie, il gesso resta fra i materiali da costruzione più largamente usati nel Basso Monferrato fino al termine dell'Ottocento quando, con l'affermarsi di nuove tecniche legate all'industria, viene relegato fra i comuni leganti edilizi.

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