Trappole, reti, lacci
La caccia a mezzo di insidie raccoglie una varietà di metodi e tecniche, forse maggiore rispetto a quella con le armi. L'insidia non è propriamente un'arma, nel senso di uno strumento fabbricato e usato con lo scopo di ferire e di uccidere direttamente, ma la rappresenta impropriamente quando sconfigge la preda sul piano psicologico, allettandola e traendola in inganno verso un congegno di cattura o di morte. Usando la trappola come sistema di presa, il confronto uomo-animale si trasferisce dal piano della forza fisica a quello dell'intelligenza. Occorre precisare, tuttavia, che spesso l'insidia non è in sé mortale per la selvaggina e richiede un ulteriore intervento dell'uomo che concluderà con l'uso di un'arma la soppressione della preda.
Seguendo una classificazione generale le insidie si distinguono in trappole per l'avifauna e trappole per piccoli e grandi mammiferi; rispetto al funzionamento, poi, si differenziano in semiautomatiche e automatiche. Le prime, a differenza di espedienti o astuzie individuali, che ciascun cacciatore impiega a suo piacimento, sono oggetti concreti (la rete è un esempio tipico), che richiedono nell'impiego la partecipazione attiva dell'uomo. Queste trappole generalmente imprigionano l'animale vivo, dal momento che non è sempre scontato che la cattura miri alla soppressione della preda. Molti sono gli artifizi adoperati, per esempio, per catturare vivi gli uccelli dal bel canto, si osservi l'esempio di trappola 'trabuccu a quattro purtedda' nella vetrina. Le seconde, invece, sono dei congegni provvisti di un funzionamento automatico, basato perlopiù su principi meccanici, attivati dagli stessi animali insidiati, che provocano da sé il proprio imprigionamento, ferimento o morte come ad esempio le trappole a laccio, a peso, o le tagliole.
Anche nell'attività di prelievo con le insidie gli accorgimenti, i dispositivi usati dall'uomo variano col variare dell'ambiente naturale in cui egli si dispone a operare (macchia, bosco, campagna). Una forma di adescamento è rappresentata dalla marcata connotazione mimetica della caccia con i richiami, in cui è fondamentale il ricorso all'uso di richiami sonori e di stampi, accompagnato, talvolta, anche al mascheramento-travestimento del cacciatore, il quale indossando abiti e usando strumenti impregnati di odore selvatico, dissimula la sua presenza sul terreno di caccia, occultando così alla selvaggina le sue intenzioni predatorie.
Un'ultima distinzione che è indispensabile operare è quella tra i richiami sonori prodotti con l'uso del fischio o della voce dell'uomo e quelli costruiti, ad arte, spesso dallo stesso cacciatore, con i più disparati materiali , quali: latta, osso, pelle, canna.