Teatro dei Pupi
Il teatro dei pupi, diffuso a Roma, a Napoli, in Puglia ed in Sicilia, ha avuto come repertorio principale i cicli dell'epica carolingia e arturiana, le storie cavalleresche, i drammi storici e religiosi; al pari degli ottocenteschi romanzi d'appendice e delle attuali storie televisive, i cicli si svolgevano in una serie interminabile di puntate.
Del teatro dei pupi, il Museo espone una rara collezione di pupi romani, che venivano messi in scena soprattutto nel periodo delle feste invernali, in teatri improvvisati ricavati nei magazzini delle derrate o nei forni, così che queste rappresentazioni erano dette infornate. Le figure esposte, che costituiscono solo una parte della collezione, rappresentano personaggi definiti come Pulicane, soldati cristiani e soldati saraceni,. alcuni diavoli, la Morte in aspetto di fanciulla, o personaggi generici come un vecchio, una figura a cavallo, o i guerrieri. Uno di questi reca sul petto un incavo destinato a contenere una piccola bottiglia di anilina per rappresentare in modo realistico il sangue che fuoriusciva durante i duelli e gli scontri armati.
E' presente nella Sala tra i cartelloni pubblicitari che indicavano di volta in volta l'argomento della puntata prevista anche un cartellone che pubblicizzava spettacoli di teatro di varietà, che nato nelle città veniva rappresentato, in molti casi, anche nelle campagne o al pubblico contadino.
Marionette particolari possono essere considerati i pupi, con cui sin dalla prima metà dell'Ottocento nell'Italia centromeridionale venivano rappresentati, a puntate, cicli epici cavallereschi. Secondo alcune ipotesi, il teatro di marionette armate deriverebbe dai "titires" castigliani: ne sarebbero prova brani di due capitoli del secondo libro del Don Chisciotte della Mancia e la quasi contemporanea origine del teatro dei pupi in zone soggette all'influenza politica e culturale della corte spagnola.