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Ottobre

Ottobre

  • I Santi:

    15 ottobre - Santa Teresa d’Avila, dottore della Chiesa
    Nel 2015 ricorre il cinquecentenario dalla nascita di Santa Teresa, monaca e mistica che in piena età della Controriforma, riformò l’ordine delle Carmelitane per riportarlo all’originaria austerità dopo anni di sempre maggiore attenuazione del rigore monastico. E’ celebre per le sue visioni, vere e proprie apparizioni di Cristo che lei stessa ha narrato nella sua autobiografia (“Libro de su vida”) di cui rimane copia autografa nella biblioteca dell’Escorial in Spagna. Così narra la visione resa celebre dalla gruppo scultoreo del Bernini in S. Maria della Vittoria a Roma: “In questa visione piacque al Signore che lo vedessi così: non era grande, ma piccolo e molto bello, con il volto così acceso da sembrare uno degli angeli molto elevati in gerarchia che pare che brucino tutti in ardore divino […] Gli vedevo nelle mani un lungo dardo d’oro, che sulla punta di ferro mi sembrava avesse un po’ di fuoco. Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore, così profondamente che mi giungeva fino alle viscere, e quando lo estraeva sembrava portarselo via, lasciandomi tutta infiammata di grande amore di Dio. Il dolore della ferita era così vivo che mi faceva emettere quei gemiti di cui ho parlato, ma era così grande la dolcezza che mi infondeva questo enorme dolore, che non c’era da desiderarne la fine, né l’anima poteva appagarsi d’altro che di Dio […]”

  • Accadde:

    Il 7 ottobre 1571 nelle acque del Golfo di Patrasso (attuale Grecia) si consumò una delle più note battaglie navali dell’epoca moderna, la Battaglia di Lepanto che vide contrapposti l’Impero Ottomano e la Lega Santa Promossa da papa Pio V, la Lega riuniva sotto le insegne della Santa Sede la Spagna, la Repubblica di Genova e quella di Venezia, l'Ordine di Malta, il Duca di Savoia ed altri stati italiani, e tra le loro fila comparivano personaggi del calibro di Marcantonio Colonna, Andrea Doria, Agostino Barbarigo, Sebastiano Venier e Pietro Giustiniani. L’esigenza di assemblare un così ampio schieramento di forze nasceva dall’avanzata nel Mediterraneo orientale dell’Impero Ottomano, contrastato fino ad allora dalla sola Repubblica di Venezia che in quell’area aveva numerose colonie. Dopo la conquista di Cipro da parte degli Ottomani, le forze alleate comandate da Don Giovanni d’Austria si prepararono ad affrontare il nemico: vennero schierate oltre 200 imbarcazioni (principalmente galee) contro una flotta ancora maggiore schierata dai turchi, ma la battaglia si concluse con una schiacciante vittoria della Lega Santa grazie alla superiorità degli armamenti. I soldati alleati erano infatti forniti di archibugi (primordiali fucili) mentre i giannizzeri turchi combattevano ancora con archi e frecce, spade e giavellotti. La vittoria ebbe una grande eco in tutta Europa e venne celebrata dal Papa con l’istituzione della festa della Madonna della Vittoria (trasformata da Gregorio XIII in Madonna del Rosario), ma gli Ottomani riuscirono comunque negli anni successivi ad espandere i loro domini.

  • Feste e sagre:

    La Sagra dell'uva di Marino è una nota festa tradizionale, che ricorre ogni prima domenica di ottobre a Marino, cittadina in provincia di Roma. La Sagra dell'uva fu istituita nel 1925 per iniziativa del poeta Leone Ciprelli e da allora è stata puntualmente organizzata ogni anno.  Le sue radici affondano in accadimenti storici precedenti: in coincidenza con la festa profana si tiene infatti la festa della Madonna del Rosario, celebrata per commemorare la vittoria della Lega Santa contro l'impero ottomano nella battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571. La domenica si concentrano tutti gli eventi più importanti ed attesi, la processione religiosa in onore della Madonna del Rosario; la  supplica della Madonna di Pompei; il corteo storico in costume che ripercorrere l'ingresso trionfale di Marcantonio II Colonna, vincitore della battaglia di Lepanto, nel suo castello di Marino, e il suo primo incontro con la moglie Felice Orsini ed i figli; la sfilata dei carri allegorici e il "miracolo delle fontane che danno vino", evento fondamentale della sagra. La procedura del "miracolo" è molto semplice: nelle condutture delle fontane cittadine viene fatto scorrere vino mentre l'erogazione di acqua è sospesa. La fontana-simbolo del miracolo è quella dei Quattro Mori ma sin dalla prima edizione la distribuzione avviene in più fontane. Il giorno seguente alla domenica della Sagra vera e propria c'è l'usanza, a partire dal secondo dopoguerra, di replicare il programma della festa profana per un pubblico in genere più ristretto. Questa replica della Sagra in versione più dimessa e "familiare" prende nome di "Sagretta", o "Sagra dei marinesi".

  • La ricetta:

    Gnocchi all’ossolana
    Gli gnocchi all'ossolana con la zucca e le castagne sono tipici della zona della Val d'Ossola (Verbania)
    Ingredienti
    200 grammi di farina; 600 grammi di patate; 800 polpa di zucca; 200 grammi di farina di castagne; 2 tuorli; 2 cucchiai olio d'oliva; 200 grammi funghi; 100 grammi burro; 200 grammi formaggio d'Alpe; Sale; Pepe; Noce moscata; 1 spicchio d'aglio
    Preparazione. Lessa le patate con la buccia in una pentola con l'acqua fredda e fai cuocere per 20 minuti circa dal momento dell'ebollizione. Togli la buccia alla zucca, tagliala a pezzetti e cucinala in forno a 180° per 20 minuti. Una volta cotti, passate al setaccio le patate e la zucca. Disponi su un piano di lavoro i due tipi di farina in modo da formare la tipica fontana. Aggiungi la purea di patate e zucca raffreddata, i tuorli d'uovo, un pizzico di sale, il pepe e una spolverata di noce moscata. Ricava gli gnocchi e mettili a riposare distanziati, in un vassoio lievemente infarinato. In una padella metti il burro a sciogliere. Lessa gli gnocchi immergendoli in acqua bollente salata e scolali dopo un minuto, quando riaffiorano dall'acqua. Condisci con il sugo a base di funghi tagliati a fettine e fatti trifolare con burro, prezzemolo e  aglio. Spolvera con il formaggio d'Alpe grattato fine.

  • Il proverbio:

    Se Ottobre è piovarolo, è pure fungarolo.

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