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Novembre

Novembre

  • I Santi:

    22 novembre – Santa Cecilia
    Poco si conosce della vita di santa Cecilia, venerata sin dal V secolo come martire e patrona dei musicisti. Di nobile famiglia, Cecilia visse fra il II e il III secolo, fece voto di castità e venne sepolta nelle catacombe di San Callisto a Roma. Sposò Valeriano anch'egli nobile, che in questa occasione si convertì al cristianesimo e durante la prima notte di nozze ricevette il battesimo da papa Urbano I. Nell'821 le spoglie della santa, le cui drammatiche avventure terminarono con crudeli torture e il taglio della testa, vennero traslate nella Basilica di Santa Cecilia in Trastevere e nel 1599, durante i restauri della chiesa avviati per l'imminente Giubileo del 1600, venne ritrovato il suo corpo quasi intatto in un sarcofago. Fu il cardinale Paolo Emilio Sfrondati a richiedere a Stefano Maderno una scultura - oggi posta sotto l'altare principale della Basilica - che mostrasse il corpo della santa così come era stato ritrovato, con la testa di tre quarti per la sua decapitazione e le dita delle mani ad indicare con la destra il tre e con la sinistra l'uno, ovvero la Trinità e l'Unità di Dio.

  • Accadde:

    27 novembre 1895 – Viene istituito il premio Nobel
    Il 27 novembre 1895 il chimico Alfred Bernhard Nobel firmò a Parigi il proprio testamento con cui vennero istituiti gli importanti riconoscimenti tuttora assegnati a coloro che ogni anno rendono i maggiori servizi all'umanità nell'ambito della fisica, chimica, medicina, letteratura, o a chi si distingua nel favorire le relazioni amichevoli tra i popoli. I premi sono tutti attribuiti a persone fisiche, tranne quelli per la pace, spesso assegnati anche a istituzioni e a movimenti. La copertura finanziaria dell'iniziativa oggi garantita dalla Fondazione era inizialmente assicurata dagli enormi proventi derivanti dai brevetti che Nobel, inventore della dinamite e della balistite, aveva ottenuto grazie alla sua società.

  • Feste e sagre:

    1-2 novembre: Festa dei morti a Palermo
    E' tradizione palermitana ricordare e festeggiare i morti con dolci e giocattoli per i più piccoli, portati dalle anime dei parenti defunti. L'incerta origine di questa usanza va ricercata nei culti pagani e nel tradizionale pranzo che in molti paesi della Sicilia i vicini di casa usavano offrire a quanti avevano perso un loro caro.
    Secondo tradizione, la sera del primo novembre si usa nascondere la grattugia perché si dice che i morti grattino i piedi a chi si comporta male, mentre alla mattina del 2 tuti i bambini cercano il luogo in cui i defunti hanno lasciato i doni. Tra i cibi tipici di questa festa la "Pupaccena" o "Pupa ri zuccaro", una statuetta di zucchero colorato a forma di ballerine o di cavalieri a cavallo. Al dolce zuccherino si accompagnano un canestro di frutta: melograni, mandorle, noci, castagne e fichi secchi, e inoltre dei biscotti detti "Ossa ri muortu" e la Frutta Martorana fatta con pasta di mandorle. Si usa anche recitare una filastrocca che dice:
    "Armi santi, armi santi (anime sante)
    Io sugnu unu e vuatri siti tanti (io sono uno e voi siete tante)
    Mentri sugnu 'ntra stu munnu di guai (mentre sono in questo mondo di guai)
    Cosi di morti mittiminni assai (Regali dei morti mettetemene molti)"

  • La ricetta:

    Gnocchi di zucca alla trentina
    Questi gnocchi sono molto saporiti nell'impasto presentando, oltre a farina e uovo, anche lo speck tritato e il formaggio grana della Val di Non grattugiato.
    Ingredienti: 500 Gr di zucca; 250 Gr di farina; 1 uovo; 1 limone; 100 Gr di speck; 120 Gr di burro; 4 foglie di salvia; 2 cucchiai di formaggio Grana della Val Di Non grattugiato; sale q.b.; pepe q.b.
    Preparazione: Lavate e affettate la zucca, poi mettetela al forno a 180°C, quando sarà cotta, sbucciatela e setacciatela. Appena sbucciata passate la zucca in uno schiacciapatate per farla sgocciolare bene. L'impasto troppo acquoso potrebbe compromettere la consistenza degli gnocchi. Mescolatela alla farina, aggiungetevi l'uovo sbattuto, un pizzico di sale e la scorza grattugiata del limone. Tritate lo speck e aggiungetelo all'impasto insieme ad un pizzico di pepe. Lavorate la pasta e ricavatene tanti gnocchi della grandezza di una nocciola. Lessateli in acqua salata, con uno scolapasta prendete gli gnocchi ormai a galla nella pentola e distribuiteli nei singoli piatti. Conditeli con burro fuso nel quale avete fatto dorare le foglie di salvia e cospargete con il formaggio grattugiato prima di servire.

  • Il proverbio:

    Per San Renato stura la botte anche il curato

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