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#LACULTURANONSIFERMA: per la rubrica #LAFESTANONSIFERMA oggi vi parliamo del progetto sulle feste religiose a Roma foto di Emilia De Simoni @ICPI

#LACULTURANONSIFERMA: per la rubrica #LAFESTANONSIFERMA oggi vi parliamo del progetto sulle feste religiose a Roma

“La festa religiosa a Roma" è un progetto in svolgimento che vede la collaborazione tra Soprintendenza Sperciale ABAP di Roma, il Servizio VI della DG - ABAP e il supporto e il finanziamento dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. L’iniziativa è dedicata all'osservazione e allo studio delle cerimonie che ancora si svolgono nei rioni e nei municipi di Roma, e nella sua prima fase, tuttora in corso, ha indirizzato l’osservazione sui rituali per le feste patronali di San Clemente al Celio, Santa Maria Liberatrice presso l’omonima parrocchia salesiana di Testaccio, San Giuseppe patrono della basilica di via Bernardino Telesio nel popoloso quartiere Trionfale; sulla Festa della Madonna del Carmine a Trastevere, celebre per la Processione della Madonna Fiumarola, della Medaglia Miracolosa che si celebra a Sant’Andrea delle Fratte e sulla “Festa Titolare" nella chiesa trasteverina di Santa Maria dell'Orto. Per il calendario delle feste ebraiche il Centro di Cultura Ebraico e l’Ufficio Rabbinico hanno assicurato il loro supporto individuando lo spunto di ricerca nella celebrazione del Purim che si svolge nel mese di marzo (a metà del mese ebraico di Adar, quest'anno tra il 9 e il 10 marzo) con la folta partecipazione dei bambini alla più gioiosa tra le celebrazioni rituali della comunità.

La ricerca è mirata alla raccolta delle informazioni che promanano dalla tradizione canonica (ecclesiastica), laica o confraternale, con una particolare attenzione riposta anche all’individuazione delle forme di integrazione e al ruolo delle comunità migranti nelle consuetudini cultuali cittadine. La strategia di ricerca è basata sull’indagine rivolta alla comprensione della complessità del vissuto urbano secondo la prospettiva antropologico-sociale, e i ricercatori coinvolti sono impegnati nella comparazione tra materiali demologici e rilievi di terreno (i sopralluoghi, le interviste, la documentazione degli aspetti materiali delle ritualità, il riconoscimento dei rituali messi in scena e degli attori sociali, la ricerca dei documenti fotografici e audiovisivi d’archivio) allo scopo di creare una raccolta di dati finalizzata anche ad una futura catalogazione delle feste romane, tradizionali e non, ancora attive.

L’attuale emergenza collegata al diffondersi dell’epidemia “Covid-19” ha segnato la temporanea battuta d’arresto dell’attività di ricerca sul campo e delle previste interviste e riprese fotografiche che si sarebbero potute effettuare in coincidenza del Purim e delle celebrazioni per San Giuseppe. Tuttavia il lavoro prosegue attraverso l’interpretazione e l’analisi dei dati conoscitivi reperiti, destinati a implementare la scheda appositamente elaborata e denominata PIC – Patrimonio Immateriale – Cerimonie, la cui compilazione è stata individuata come modalità di esecuzione del progetto stesso. Il trattamento e l’organizzazione delle informazioni all’interno della scheda consente una descrizione delle cerimonie religiose - formalizzate o meno - distinguendone luoghi e percorsi e il loro rilevamento mediante la georeferenziazione; l’individuazione della provenienza geografica dei partecipanti, della presenza di leaders interni e/o esterni alla comunità di appartenenza, come pure la presenza di autorità ecclesiastiche e/o civili; la descrizione del rituale (con riconoscimento delle componenti – oggetti, persone, animali, cibo o altro ancora - tradizionalmente associate ad esso). Tra gli aspetti ritenuti importanti per il rilevamento vi sono le caratteristiche immateriali/espressive/rituali legate alla cerimonia; le eventuali forme di mutamento, ibridazione e/o reinvenzione; la trasmissione e i vissuti quotidiani rappresentati da narrazioni, pratiche e oggetti d’affezione. A corredo della scheda PIC figura la documentazione prodotta sotto forma di bibliografia, documentazione d’archivio, fotografica e filmografica, audiovisiva e orale.

La realizzazione del progetto è affidata a un gruppo di lavoro composto da antropologi, con la supervisione scientifica dei docenti Alessandra Broccolini, membro del direttivo di Simbdea (Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici) e Pino Schirripa, Direttore della Scuola di Specializzazione in beni demoetnoantropologici della Sapienza Università di Roma, e il coordinamento dei funzionari delle strutture Mibact (Alessandra Acconci della SS Abap, Valeria Trupiano e Alessia Villanucci del Servizio VI della DG Abap, Fabio Fichera dell’ICPI, i fotografi Roberto Galasso e Massimo Cutrupi impegnati nella campagna fotografica a supporto della ricerca). 

 

Dott.ssa Alessandra Acconci, funzionario responsabile dell'area funzionale "patrimonio demoetnoantropologico e immateriale" della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma

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