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#LACULTURANONSIFERMA la rubrica di Etnomusicologia a cura dell'etnomusicologo Claudio Rizzoni (Demoetnoantropologo - MiBACT): il capodanno cinese  tra Italia e Cina

#LACULTURANONSIFERMA la rubrica di Etnomusicologia a cura dell'etnomusicologo Claudio Rizzoni (Demoetnoantropologo - MiBACT): il capodanno cinese tra Italia e Cina

Il capodanno cinese a Milano e a Wencheng (文成)

Video e testo di Francesco Serratore, ricercatore in antropologia della musica presso lo Shangai Conservatory of Music.

La Festa di Primavera (chunjie 春节) è senza dubbio la festività tradizionale più sentita dal popolo cinese, chiamata in occidente con l’espressione, meno diffusa in Cina, di ‘Capodanno Cinese’ (zhongguo xin nian中国新年). Questa ricorrenza segna l’inizio del nuovo anno in base al calendario cinese tradizionale (lunare). Essa coincide con il secondo novilunio dopo il solstizio d’inverno e quindi può oscillare tra il 21 gennaio e il 19 febbraio. Secondo l’astrologia cinese, inoltre, ogni anno è associato ad un animale e a un ‘ramo terrestre’ formando un ciclo di 12 anni cui corrispondono appunto dodici animali: il topo, il bue, la tigre, il coniglio, il drago, il serpente, il cavallo, la capra, la scimmia, il gallo, il cane, il maiale. In Cina i festeggiamenti del capodanno durano 14 giorni e si concludono con la festa delle lanterne.

Questo è di fatto un periodo molto importante per i membri della comunità cinese di Milano, durante il quale vengono attivati processi utili a rimarcare la presenza della comunità sul territorio, a stabilire e mettere in mostra i legami fra vari gruppi di migranti cinesi a Milano, ad affermare il ruolo e lo status sociale, culturale e politico dei gruppi o dei singoli all’interno della comunità stessa, nei rapporti con organizzazioni esterne appartenenti alla società del luogo di approdo e nei rapporti fra la comunità diasporica e il governo cinese.

 

Durante il periodo del capodanno cinese, l’intera comunità tende a essere più gioviale, la chinatown milanese si colora di rosso con le hongdeng (lanterne rosse) disposte per tutta la chinatown e le varie decorazioni come i chunlian e i doufang affisse nei negozi cinesi.

Le lanterne rosse, oltre a essere un simbolo della Cina, sono di certo uno dei simboli della diaspora cinese nel mondo. I chunlian e i doufang sono un elemento grafico che arricchisce la chinatown milanese durante il capodanno. Si tratta di decorazioni rosse contenenti caratteri cinesi di colore oro che richiamano buoni auspici e che vengono tradizionalmente affisse agli ingressi delle abitazioni e dei negozi.

Gli stessi commercianti si vestono in modo più elegante e il colore rosso predomina anche nel loro abbigliamento. Sciarpe rosse per gli uomini e scarpe rosse per le donne sono veramente molto comuni nella chinatown durante questo periodo.

Nelle giornate principali del capodanno Cinese a Milano la musica diventa una parte importante dei festeggiamenti, sia nell'ambito di iniziative private, come ad esempio nei diversi Ktv (Karaoke cinese) presenti a Milano, si sotto forma di iniziative pubbliche. Fra questi ultimi, l'evento principale del capodanno cinese a Milano è rappresentato dalla sfilata del drago su via Paolo Sarpi, e dal successivo concerto in piazza Gramsci.

Che musiche vengono usate in questi contesti, quali sono gli insiemi di significati che contengono?

Osservare e studiare le pratiche musicali del capodanno cinese a Milano ci consente di capire innanzi tutto che la comunità cinese organizza l'evento e la progettazione musicale dello stesso al fine di mantenere e di migliorare le relazioni con la comunità locale. Lo stesso processo organizzativo, gestito per diversi anni dall'associazione "Shoulashou - Diamoci la mano" mette in luce come le finalità di scambio culturale rappresentino una priorità per gli organizzatori. Questo emerge chiaramente durante il concerto di piazza Gramsci dove alcune formazioni musicali vengono create da gruppi misti di italiani e cinesi. Nel video allegato possiamo ad esempio vedere la band di tamburi cinesi (gu) composta da amatori italiani e cinesi. Nonostante i ritmi realizzati dal gruppo siano piuttosto semplici, il valore simbolico è invece molto forte. Non a caso, ad esempio l'evento del 2015 venne ufficialmente aperto da un colpo dello stesso gong da parte dell'allora sindaco di Milano Giuliano Pisapia e dal Console Generale Cinese.

Nel video possiamo anche vedere una serie di attività musicali, che includono musica tradizionale cinese, come ad esempio l'esecuzione di un solo di guzheng (cetra cinese) o di un brano ispirato all'opera di Pechino. Ma possiamo vedere anche la presentazione di brani che afferiscono invece alla sfera della popular music cinese.

Quello che probabilmente ci può interessare è che queste pratiche musicali sono in linea con le pratiche musicali presentate dalle televisioni cinesi, come ad esempio dalla CCTV (China Central Television) durante i festeggiamenti del capodanno cinese in Cina. Queste pratiche fanno quindi riferimento alla cultura nazionale cinese, e questo vale ad esempio anche per la sfilata del drago per le vie principali della Chinatown.

Anche nel caso della danza della sfilata del drago però, vengono mantenute le due finalità simboliche, quella di rappresentare la Cina come nazione e quella di rappresentazione e di scambio culturale nel contesto italiano. La prima, vede il drago come simbolo nazionale cinese, la seconda è rappresentata dal fatto che ogni anno a Milano vi sono almeno due gruppi che eseguono la danza del drago, uno è composto da italiani e l'altro da migranti cinesi.

Quello che però io mi chiedevo spesso durante le mie ricerche sulle musiche dei cinesi a Milano, era quali fossero le tradizioni musicali appartenenti al luogo di origine dei migranti. Dobbiamo di fatto considerare che la maggior parte dei migranti cinesi di Milano proviene da un'area molto circoscritta della Cina, ovvero da alcune aree rurali della città prefettura di Wenzhou, nella provincia sud-orientale del Zhejiang.

Per rispondere a questa domanda, mi sono recato personalmente a Wencheng, (una contea di Wenzhou) per un periodo di ricerca, dove ho avuto modo di osservare e di videoregistrare i festeggiamenti del capodanno Cinese.

Da queste ricerche sono emerse da un lato, molte similitudini fra le attività musicali realizzate a Milano e Wencheng, questo vale soprattutto per quelle pratiche che rappresentano la Cina come nazione. Al contrario proprio la sfilata del drago e le musiche ad essa associate hanno fatto emergere una delle principali differenze. Ovvero la funzione religiosa e rituale che questo evento assume nella contea cinese oggetto di questa analisi. Nel villaggio di Xikeng (contea di Wencheng), dove ho realizzato il filmato allegato, vi è la venerazione di Longwang 龙王 (Re Drago), divinità appartenente alla religione popolare cinese, infatti, il drago nella cultura contadina cinese era una figura mitologica alla quale ci si rivolgeva per chiedere la pioggia e un buon raccolto, col tempo è stato concepito come un elemento molto importante anche all’interno delle religioni cinesi quali buddismo, taoismo.

Per queste ragioni la sfilata del drago assume caratteristiche diverse. L'accompagnamento musicale è realizzato da una tipica formazione musicale chuida, comunemente usata in questa area per i rituali propiziatori e per i rituali funebri. Chuida significa letteralmente soffiare e percuotere, e fa quindi riferimento a fiati e percussioni in relazione agli strumenti musicali. Se il set di percussioni è presente anche in Italia durante la sfilata del drago, lo strumento a fiato principale di questa formazione musicale, che è un oboe tradizionale chiamato suona, risulta assente a Milano e invece fondamentale in Cina.

Durante la sfilata del drago i cittadini di Xikeng preparano nelle loro case degli altari propiziatori, sui quali vengono posizionati oltre a cibi e oggetti sacrificali anche degli hongbao ovvero delle buste rosse contenenti delle somme di denaro, che verranno benedette al passaggio del drago e poi messe sotto il cuscino dei bambini della famiglia. Così le famiglie attendono il passaggio del drago da casa loro, e al suo arrivo accedono delle batterie di fuochi di artificio, invitando poi i musicisti e il drago ad entrare nelle case per la benedizione. Il suonatore di suona deve sempre suonare quando il drago entra nelle case, mentre non è obbligato a farlo quando il drago percorre le vie del paese, e questo ne enfatizza la sua importanza all'interno dei rituali religiosi.

In questi termini, lo stesso insieme di significati che la processione del drago contiene variano: a Wencheng la figura del drago è strettamente legata alle divinità della religione popolare e alle credenze e auspici del mondo contadino. Il drago è inteso come quella creatura sovrannaturale che porta il buon auspicio, regola la pioggia e favorisce un buon raccolto.

La sua matrice divina emerge dal suo legame con il tempio locale, dagli altari propiziatori che vengono appositamente allestiti in attesa del passaggio del drago e, ad esempio, dagli hongbao che vengono posizionati su questi altari per essere benedetti e poi donati ai bambini.

A Milano il drago seppur è un elemento di buon auspicio, rappresenta la Cina come stato e il potere, il drago è messo in mostra più come simbolo dell’’impero cinese’ che come atto rituale. Non vi sono altarini, né tantomeno vi è un tempio al quale fare riferimento.

Le pratiche musicali che accompagnano il drago simboleggiano di fatto questo dualismo. A Milano le percussioni vengono utilizzate per creare enfasi alla sfilata del drago e per sostenere ritmicamente i movimenti degli acrobati. A Wencheng, vi è la presenza del suona, che suona solamente all’ingresso delle abitazioni, a voler ristabilire l’ordine dopo la confusione creata dai fuochi d’artificio e dalle percussioni che suonano in modo irregolare.

Bibliografia

Cologna, Daniele

2002 La Cina sotto casa: convivenza e conflitti tra cinesi e italiani in due quartieri di Milano, Milano: Franco Angeli.

Hood, Marlowe

1998 "Les communautés d'émigrants du Zhejiang", Enciclopédie de la diaspora chinoise. A cura di Lynn Pann, 39-42. Paris: Les Éditions du Pacifique.

Serratore, Francesco

2016 “Musica e identità transnazionale: un viaggio nella comunità cinese di Milano Identità di luogo, pluralità di pratiche. Componenti sonore e modalità partecipative nel contesto urbano milanese. A cura di Malatesta, C. e Giovannini, O., 169-89. Milano: Mimesis.

Serratore, Francesco

2018 “Funeral Music in Wencheng and its Transnational Application in the Chinese Community of Milan”, AEMR-EJ, 2: 65-79.

Wong, Wai Yip

2011 “Defining Chinese Folk Religion: A Methodological Interpretation”, Asian Philosophy,
XXI/2: 153-170.

Yang, Lihui, Deming An, e Jessica Anderson Turner.

2005. Handbook of Chinese Mythology. Oxford: Oxford University Press

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