#LACULTURANONSIFERMA. #IOGIOCOACASA. Il Gabinetto delle stampe: i giochi di strategia
di Stefania Baldinotti, Cinzia Marchesini, Anna Sicurezza e Leandro Ventura
Iniziamo oggi il nostro consueto viaggio fra le quattordicimila tavole dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, raccontando le incisioni dei giochi di strategia conservate presso il Gabinetto delle Stampe. Se giovedì scorso abbiamo incontrato l’attesa del giocatore che vive l’ebbrezza dell’azzardo aspettando la decisione della sorte, oggi entriamo in un nuovo campo di gioco, nel quale vengono invece richieste destrezza e abilità tattica.
L’adozione di tavole variamente configurate a fini ludici ha radici antichissime. Risale alla Mesopotamia di oltre 5000 anni fa il gioco reale di Ur e al 5000 a.C. l’egiziano senet, attestato successivamente nella tomba di Tutankamhon, entrambi antenati del backgammon. Antica, ma molto più vicina ai nostri giorni è la tabula lusoria romana, una tavola da gioco conservata in tanti esemplari incisi “abusivamente” su soglie o gradini di molti spazi pubblici, come quella conservata sul bordo di una grande piscina a Roma alle Terme di Caracalla, dove probabilmente i giocatori si sfidavano stando seduti nell’acqua termale: stiamo parlando di veri campi di gioco, tra i cui confini disegnati si entra osservando regole e istruzioni specifiche.
Tabula lusoria (ph. Roberto Galasso)
Alle Terme di Caracalla è ancora visibile una tabula lusoria incisa sul bordo di una grande piscina e probabilmente i giocatori si sfidavano stando seduti nell'acqua. Si tratterebbe di una sorta di scacchiera destinata al gioco delle fossette o tropa. Il gioco consisteva nel far cadere le biglie, oppure noci o astragali, secondo una successione stabilita, in tutte le fossette fino ad arrivare all'ultima al di là di una riga. Sulla tabula lusoria delle Terme di Caracalla sono identificabili delle lettere probabilmente incise dai giocatori che frequentavano le Terme, probabilmente frasi scherzose che si scambiavano gli avversari durante il gioco. Paola Caramadre, Soprintendenza Speciale di Roma.
I più noti tra i giochi di strategia sono certamente la dama e gli scacchi, giochi di fama internazionale che coinvolgono soprattutto giocatori adulti. Nato nel VI secolo in India, il gioco degli scacchi, attraverso la mediazione della cultura persiana, si diffuse presso gli Arabi per giungere infine, con il nome originale di shatranj, nell’Europa medievale intorno al X sec. d. C.: il Museo Archeologico di Venafro, in Molise, conserva i pezzi più antichi d’Europa che una complessa datazione al radiocarbonio ha collocato proprio intorno all’anno mille.
Capitoli da osservarsi per li giuochi delli scacchi, e dama, fine sec. XVIII-inizio sec. XIX, caratteri mobili tipografici (ICPI, Gabinetto delle stampe)
Presso il Gabinetto delle stampe, oltre ad alcune scacchiere, sono conservate, tra i capitoli dei giochi di fine Settecento, le regole della dama e degli scacchi. Le spiegazioni fornite sono molto dettagliate e utilizzano il lessico della strategia, dallo scacco soffocato alla pedina soffiata.
Il gioco degli scacchi è sempre attuale e appassiona milioni di giocatori in tutto il mondo -sono oltre 150 le federazioni nazionali esistenti- che si sfidano in tornei, campionati nazionali, internazionali, mondiali e Olimpiadi. La terminologia e gli schemi del gioco, molto utilizzati nel linguaggio metaforico e simbolico quotidiano, così come nel cinema e nella letteratura, ispirano la nota performance di Marostica, in provincia di Vicenza, dove oltre cinquecento figuranti in costume medioevale fanno da cornice ad una partita a scacchi giocata in piazza con personaggi viventi, che rappresenta la sfida di due nobili rampolli della città innamorati entrambi della bella Lionora.
Sul rovescio dello scacchiere è generalmente collocato il gioco del filetto, detto anche della tavola-Mulino. Si gioca in due, con nove pedine ciascuno, su un disegno di tre quadrati concentrici. Chi riesce a disporre tre pedine sulla stessa fila fa tris. Vince chi riduce l’avversario con due sole pedine. La versione semplificata e moderna del gioco è anche detta, infatti, tris, un passatempo adatto a tutte le età, ancora oggi diffusissimo che, sebbene richieda solo una matita e una superficie su cui scrivere, è commercializzato su svariati tipi di supporto e anche in molte versioni elettroniche.
Nuovo giuoco della tavola molino, inizio secolo XX, litografia (ICPI, Gabinetto delle stampe)
Nel Gabinetto delle stampe sono conservati anche alcuni giochi di strategia militare, che vanno dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi decenni del ventesimo secolo. Si tratta di tavole che, attraverso immagini suggestive, gradevoli nel disegno e accurate nella rappresentazione grafica, rievocano alcuni dei principali avvenimenti militari della storia. In periodo di guerra, i giochi di strategia militare ebbero una larga promozione sul piano commerciale, perché educavano i giovani al valore bellico, all’amor patrio e al sacrificio.
La Battaglia del 48 è ad esempio una litografia di primo Novecento dell’editore Bertarelli di Milano che rimanda nel titolo all’avvenimento storico della prima guerra d’indipendenza. Lo scopo del gioco è l’attacco a un vecchio castello posizionato al numero 48 e difeso da due villaggi separati fra loro da una stretta gola.
Veri e propri giochi di strategia militare sono le varie tavole dedicate all’Assalto al castello, in cui lo scopo finale è quello di occupare la fortezza, che corrisponde al riquadro superiore numerato. Proprio come nella dama, sono presenti delle pedine (due difensori e 24 assedianti), che si muovono lungo il percorso e possono essere mangiate.
Assalto al castello, anni Venti del XX secolo, litografia a colori, editore Marca Stella, Milano
(ICPI, Gabinetto delle stampe)
I giochi di strategia militare si sono trasformati nel tempo in versioni diverse e più attuali, che partono dalla battaglia navale, disegnata sul foglio a quadretti, che tutti conserviamo nei nostri ricordi, per arrivare, attraverso il Risiko, un gioco popolarissimo ma basato su modelli relazionali molto complessi, agli attuali giochi di strategia e simulazione di guerra che consentono di combattere battaglie virtuali contro altri giocatori collegati on-line da ogni parte del mondo.
Vi invitiamo oggi a stampare e a mettere alla prova la vostra abilità tattica con il gioco ottocentesco del lupo e delle pecore, molto simile nello schema ai giochi d’assalto alla fortezza. Chi vincerà? L’unità del gregge o la forza del predatore?
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Bibliografia
Come giocavamo: giochi e giocattoli 1750-1960, catalago della mostra (Milano, Rotonda della Be-sana, primavera 1984), a cura di P. Bonato, P. Franzini e M. Tosa, Milano 1984
M. Ceresa alla voce De’ Rossi, Giovanni Giacomo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, Roma 1991, vol. 39, pp. 218-220
Fabbrica d’immagini, gioco e litografia nei fogli della Raccolta Bertarelli, catalogo della mostra (Milano, Spazio Baj-Palazzo Dugnani, 13 maggio-13 luglio 1993), a cura di A. Milano, Milano 1993
Gioco voce in Dizionario di antropologia, a cura di U. Fabietti e F. Remotti , Zanichelli, Bologna, 2001
R. Callois, I giochi e gli uomini, Milano 2014
Sitografia
http://www.treccani.it/enciclopedia/filetto/
http://www.cci-italia.it/index.shtm“Il Bollettino del collezionista di scacchi, edizione italiana del The Chess Collector. Organo ufficiale d'informazione dei collezionisti italiani aderenti al CCI”
http://naibi.net/b/053.pdf “Una datazione per gli scacchi di Venafro”di Franco Pratesi
http://www.ctsbasilicata.it/files/convenevole_r_e_bottone_f_-_la_storia_di_risiko_.pdf “La storia di Risiko e l’anello mancante. Origini ed evoluzione del gioco di strategia più diffuso nel mondo” di Roberto Convenevole e Francesco Bottone
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Elaborato e video di Stefania Baldinotti, Cinzia Marchesini e Anna Sicurezza, con la preziosa collaborazione di Roberto Galasso, Marco Marcotulli e Leandro Ventura.
Si ringrazia la collega Paola Caramadre della Soprintendenza Speciale di Roma per le indicazioni sulla tabula lusoria romana