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Open House Roma 2013 al Museo

MY HOUSE, YOUR HOUSE - OPEN HOUSE ROMA 2013

Per soli due giorni Roma apre le proprie porte. Un weekend di visite guidate nei 170 luoghi ed edifici, pubblici e privati, più interessanti della Capitale. Ed è gratis.

Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 
M. Castellazzi, P. Morresi, A. Vitellozzi

Il progetto si inserisce nel complesso degli edifici della Piazza Imperiale, nucleo centrale del progetto dell'Esposizione Universale di Roma del 1942. L'edificio è costituito da un portico colonnato organizzato intorno ad un cortile e da due corpi sporgenti, di cui uno concluso da una quinta architettonica a colonne che fa da fondale alla piazza. La decorazione interna è concentrata nel Salone d'Onore, mentre all'esterno, ritroviamo l'opera di E. Prampolini.

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Documentazione: festa del Mája ad Acquaviva Collecroce

Nell'ambito del progetto sul patrimonio immateriale delle minoranze linguistiche ("Gli Italiani dell'Altrove"), il Museo ha effettuato il 30 aprile e il 1° maggio 2013, ad Acquaviva Collecroce, rilevamenti fotografici e filmici su alcuni aspetti della festa primaverile del Mája.

In Italia sono riconosciute dodici minoranze linguistiche storiche, che si sono variamente stanziate e integrate sul territorio nazionale fino a diventare una parte essenziale della nostra complessiva identità di italiani. Il progetto "Gli Italiani dell'Altrove" vuole contribuire a mettere in luce la realtà storica e contemporanea delle minoranze linguistiche, con il loro peculiare patrimonio culturale immateriale. In particolare s'intende richiamare l'esperienza storica condivisa di accoglienza e integrazione, ma anche di conservazione dell'identità di "altri" che vengono da "altrove", senza dimenticare l'attualità del tema dell'immigrazione del nostro Paese.
La ricerca è a cura di Emilia De Simoni (riprese fotografiche e video)

Il Mája di Acquaviva Collecroce

Acquaviva Collecroce (Campobasso) è un comune molisano popolato da un'ondata migratoria slava dalla prima metà del XVI secolo, come afferma Milan Rešetar: «Tutte le informazioni affidabili che possediamo sopra quegli slavi del Molise, di cui gli ultimi residui sono rimasti nelle tre note località, concordano infatti nell'affermazione che essi furono insediati nelle località in questione nel corso della prima metà del XVI secolo e parlano di loro proprio come di gente che era venuta dalla Dalmazia in Italia non molto tempo prima [...]».

In questo paese, di circa 740 abitanti, ha avuto luogo una importante attività di ricerca sulla lingua slavisana, secondo il neologismo proposto dagli autori del locale dizionario croato molisano. La valorizzazione della lingua, che prevede anche scambi culturali, specialmente in ambito scolastico, con la Croazia, si accompagna alla riattualizzazione delle tradizioni più caratteristiche del luogo.

Oltre la Smercka natalizia, la festa del primo maggio, ripresa dalla metà del 1980 , rappresenta un'occasione di condivisione collettiva di una tradizione particolarmente sentita. Il corteo del Mája rientra nelle feste primaverili propiziatorie , ma ha anche un intento di rafforzamento della fraternità tra la popolazione, che tuttora mantiene vivo il ricordo delle proprie origini. Come avviene nelle analoghe manifestazioni che hanno alla base la figura del pagliaio o pagliaro (l'ammasso di paglia innalzato in forma conica a protezione dalla pioggia), si riveste un telaio conico con elementi vegetali.

Rispetto alle altre composizioni, il Mája di Acquaviva Collecroce ha un aspetto antropomorfo, presenta infatti anche la testa e le braccia. Il risultato è davvero sorprendente e rievoca la fantasiosa complessità di certe immagini arcimboldesche, non tanto in senso grottesco quanto gioioso. La preparazione inizia il giorno precedente la festa, con la raccolta di fiori e primizie, che si protrae fin quando è possibile, per evitarne l'appassimento.

La struttura, alta più di tre metri, è composta da rami flessibili, canne e paglia e, diversamente da quelle di Fossalto e di Colle d'Anchise, non è ricoperta da una rete metallica. L'addobbo viene eseguito da un gruppo di giovani e da alcuni adulti: via via che il Mája prende forma, ognuno contribuisce al miglioramento della composizione con proposte e suggerimenti. Dinnazi al locale adibito per l'allestimento, sostano brevemente alcuni visitatori per seguire e commentare la preparazione.

La mattina del giorno successivo si compiono gli ultimi ritocchi, quando la figura è completata, nel rivestimento e nelle fattezze quasi umane, accentuate nei grandi occhi del volto, il Mája è pronto per essere animato. Questa personificazione presenta un aspetto piuttosto femminile: ha una corona sulla testa, una lunga capigliatura e la parte sottostante appare come un'ampia gonna. Nella rappresentazione osservata nel 2007, il Mája non porta sul capo una croce ma un ciuffo vistoso, a differenza delle analoghe figure di Fossalto (2005, 2006) e Colle d'Anchise (2007), dove addirittura il Pagliaro entra in chiesa.

Alberto M. Cirese, in base alle informazioni raccolte nel corso delle sue ricerche, che attestano la vitalità della festa fino al 1940 e la sua interruzione causata dalla guerra, cita la presenza di una croce di spighe di grano, posta sulla sommità del cono, la benedizione religiosa e la distruzione finale del Mája, presso i ruderi di una chiesa, eseguita da ragazzi.

Su un sito internet dedicato ad Acquaviva Collecroce, è documentata fotograficamente la festa, dal 2001 al 2007, e nel testo introduttivo si legge: "Come da un po' di anni a questa parte viene svolta il primo maggio una festa pagana tramandata dai nostri avi (per fortuna ripresa): si tratta della festa del Mája". Scorrendo le immagini si nota come il ciuffo sia diverso, di anno in anno, cosa che indica come le feste possano risultare diverse, di anno in anno, pur presentando tratti distintivi di base, tracce inevitabili sulle quali i protagonisti procedono con andamenti variabili.

Infine, così composta, la rigogliosa veste vegetale viene indossata da un giovane e ha inizio il corteo, dapprima verso la piazza Nicola Neri, poi lungo le vie del paese. Tra le danze di gruppi in costume provenienti anche da altre località del Molise, e al suono di strumenti tradizionali, lo spirito della vegetazione continua la sua processione, accompagnato dagli occhi discreti di donne che si affacciano dalla soglia delle case o dai balconi. È un giorno particolare, di festa e di memoria, e in tutti vi è un sentimento di seria partecipazione, specialmente nei bambini, impegnati a cantare con l'aiuto di testi scritti.

Questo testimonia l'importanza dell'apprendimento della tradizione nelle feste, non soltanto attraverso il coinvolgimento e l'osservazione, ma anche secondo modalità guidate da associazioni locali, culturali o scolastiche. Via via che il corteo si inoltra nel paese, le danze dei partecipanti e la distribuzione del cibo sciolgono la compostezza iniziale e portano a esprimersi più gioiosamente: giovani e anziani cantano e ballano in circolo attorno al Mája, che si muove con il suo gravoso carico floreale.

Testo: E. De Simoni

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Beni immateriali in visione

Giovedi 11 aprile 2013 - ore 11.00-13.30 14.30-17.00

Sala delle Conferenze del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 
Inaugurazione della Sala Regia / Laboratorio Audiovisivo

BENI IMMATERIALI IN VISIONE 
restituire il "girato": discussioni di antropologia visiva

In occasione dell'inaugurazione del nuovo Laboratorio Audiovisivo, collegato alla Sala Convegni di recente ristrutturata, l'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia organizza una giornata dedicata al rapporto tra patrimonio immateriale e antropologia visiva.

L'iniziativa nasce dalla volontà dell'Istituto di offrire a quanti siano impegnati in questi temi (ricercatori, studenti, università etc.) uno spazio per la proiezione e la discussione di materiali audiovisivi.
L'evento, introdotto da Maura Picciau, direttrice dell'Istituto, e da Daniela Porro, già direttrice e attuale Soprintendente del Polo Museale Romano, prevede la partecipazione di studiosi provenienti da vari ambiti universitari: Giorgio Adamo, Francesco De Melis, Luigi Di Gianni, Francesco Faeta, Patrizia Giancotti, Antonello Ricci, Eugenio Testa.

In apertura verranno proiettati alcuni brevi filmati inediti realizzati dall'Istituto, in forma di schede visive da materiali di ricerca: un'intervista ad Alberto M. Cirese, un'intervista a Roberto De Simone, esempi di schede su lavorazioni artigianali, feste e canti di tradizione orale.
I relatori presenteranno inoltre alcuni filmati tratti dalle loro indagini sul territorio, per avviare il tema della restituzione del "girato" in antropologia.

L'evento è curato da Emilia De Simoni, responsabile dell'Archivio di Antropologia Visiva, e da Stefano Sestili, responsabile del Laboratorio Audiovisivo. Il montaggio dei materiali audiovisivi dell'Istituto è a cura di Marco Marcotulli.

PROGRAMMA

11.00
Inaugurazione della Sala Regia / Laboratorio Audiovisivo
Maura Picciau - Direttrice dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Daniela Porro - Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e del Polo Museale della Città di Roma

11.20
Emilia De Simoni, Stefano Sestili, Marco Marcotulli
presentazione della collana "Beni immateriali in visione"
Intervista a Alberto Mario Cirese (Roma 2007)
Intervista a Roberto De Simone (Napoli 2010)
Canti e memorie di fogli volanti (Ponte alla Piera 1993)

11.40
Interventi: Luigi Di Gianni, Francesco Faeta, Eugenio Testa

12.10
Giorgio Adamo
Materiali di ricerca in Africa

12.30
Francesco De Melis
Porto dei suoni, polifonia di un testo audiovisivo

13.30-14.30 Break

14.30
Antonello Ricci
Il paese dei suoni. Antropologia dell'ascolto a Mesoraca (1991-2011)
Marcoffele e la luna, primo esito di un film sulla memoria

15.00
Patrizia Giancotti
La sirena e il serpente arcobaleno: riti d'acqua a Salvador da Bahia

15.30-17.00 Discussione e proiezioni

Coordinamento organizzativo: Emilia De Simoni, Stefano Sestili
Comunicazione web: Laura Ciliberti, Francesca Montuori
Supporto tecnico: Simonetta Rosati

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Beni immateriali in azione a Sala Consilina

Beni immateriali in azione a Sala Consilina

Il Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale 
con il patrocinio del Comune di Sala Consilina e dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia

presenta:

FESTE E RITI D'ITALIA: LA LUCANIA

Sala Consilina, 18 e 19 dicembre 2010
Aula Magna della Scuola Primaria - Via Matteotti
Auditorium Comunale - Polo Culturale «Cappuccini»

Beni immateriali in azione è una manifestazione inaugurata nel 2008 in occasione della creazione dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia (IDEA) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. In quella occasione l'IDEA, grazie al Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale (ICHNet), invitò - presso il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma - più di 150 portatori e testimoni di tradizione, artigiani, musicisti, associazioni e rappresentanti di comunità locali di varie regioni italiane, che offrirono il loro contributo gratuito per testimoniare il valore e l'importanza del patrimonio culturale immateriale.
Da allora, obiettivo della manifestazione è stato quello di dare spazio a quanti manifestano la loro creatività culturale all'interno delle comunità, s'impegnano nella salvaguardia, attraverso la trasmissione o lo studio, del patrimonio culturale immateriale, alimentano in valore della differenza e dei diritti culturali, animano e arricchiscono le comunità con valori, saperi, espressioni culturali che riaffermano il senso e l'importanza di quella ricchezza importantissima che è costituita dall'identità culturale.

PROGRAMMA TAVOLA ROTONDA

18 Dicembre - Aula Magna della Scuola Primaria, Via Matteotti

Ore 17.00 - Beni immateriali, metodi d'inventariazione e salvaguardia

Apertura e saluti del Sindaco di Sala Consilina, Dott. Gaetano Ferrari

Consegna del premio «Culture Viventi» al prof. Giuseppe Colitti
Il Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale ha istituito il Premio «Culture viventi» allo scopo di assegnare un riconoscimento a testimoni di tradizione, operatori culturali, associazioni, studiosi, amministratori che, grazie al loro impegno disinteressato e alle loro idee, hanno contribuito in modo significativo alla salvaguardia ed alla trasmissione del patrimonio culturale immateriale, alla valorizzazione sostenibile dello stesso, alla difesa dei diritti culturali.

Intervengono

Per l'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
- Stefania Massari, direttore dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia (MiBAC)
Il ruolo dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia nelle politiche di salvaguardia del patrimonio immateriale
- Emilia De Simoni - Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, Roma
Il metodo di studio IDEA sul patrimonio immateriale del Molise e del Sud Italia

Testimonianze dal territorio, best practices ed esempi di valorizzazione sostenibile
- Giuseppe Colitti - Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano, Sala Consilina
Storie orali, il ruolo degli «studiosi locali» nella salvaguardia del patrimonio immateriale
- Gabriele Di Stasio - Basilicata Cinema, Potenza
Le Torri di Uomini in Lucania e nel mondo, esempi di salvaguardia e di valorizzazione sostenibile, anche alla luce della recente proclamazione delle Torri di Uomini catalane a patrimonio dell'umanità
- Felicetta Gesualdi - Associazione Culturale «Il Tassello», Latronico
Il puntino ad ago di Latronico e il brevetto dell'Amministrazione Comunale, un caso di tutela legale d'un bene pubblico
- Carmen Lammardo - Associazione «Animaterrae», Barcellona (Spagna)
La salvaguardia del patrimonio immateriale in Spagna
- Mario Napolitano - Colla dei Castellers de Sant Cugat, Barcellona (Spagna)
Le torri di uomini catalane
- Antonio Pellegrino - Associazione «Terra Madre», Caselle in Pìttari
Il rito del grano a Caselle. Un ricupero dell'identità culturale collettiva
- Roberto D'Agnese - Scuola di tarantella montemaranese
La salvaguardia del Carnevale e della danza di Montemarano

Modera
- Giuseppe Torre, Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale, Roma

18 dicembre Piazza Umberto I - ore 19.00

Beni immateriali in azione

«Sonate» spontanee di musicisti provenienti da
Balvano
Saverio Di Stasio
Cisternino
Massimiliano Morabito
Moliterno
Graziano Accinni
Montemarano
Scuola di Tarantella Montemaranese
Sala Consilina
Antonio e Vincenzo Paladino
Giovanni Petrosino, Enza Petrosino e i ragazzi della scuola d'organetto
Francesco Lobosco e Franco Comuniello
San Nicola La Strada
Luca De Simone e la Paranza di San Nicola La Strada
Terranova del Pollino
Gruppo Suoni
Totarella
Terni
Sonidumbra
Vietri di Potenza
Francesco Passannante
Viggiano
Gli Amarimai
Scuola di Arpa Popolare

Tutti gli esecutori porteranno il loro contributo musicale a titolo gratuito
per testimoniare il valore e l'importanza del patrimonio culturale immateriale

PROGRAMMA PRESENTAZIONE

19 Dicembre, Auditorium Comunale - Polo Culturale «Cappuccini»

Ore 17.00 - Presentazione del libro Feste e riti d'Italia. Sud 1, a cura di Stefania Massari. Roma, Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia - De Luca 2009. «Collana per i Beni Immateriali dell'Umanità».

Apertura e saluti del parroco della Santissima Annunziata di Sala Consilina, don Antonio Cantelmi

Intervengono
S. E. monsignor Angelo Spinillo, vescovo di Teggiano-Policastro
Barbara Terenzi, Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale
Antonio Tortorella, Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale
Modera
Michele Esposito, responsabile Ufficio Cultura e Biblioteca del Comune di Sala Consilina

Ore 19.00 - Rassegna di musica festiva e religiosa di tradizione orale
Coro parrocchiale di Sala Consilina, San Michèli jivu a la ghuèrra
Coro parrocchiale di Tramutola, Marònna ri lu Móndë ri Viggiànë

Nel corso della serata saranno proiettati documenti fotografici e filmati inediti sulle feste popolari dell'area occidentale della Lucania.

Feste e Riti d'Italia. Sud 1
Elenco delle feste

BASILICATA
Madonna del Sacro Monte, Viggiano
Santissimo Crocifisso, Brienza
Madonna del Pollino, San Severino Lucano/Terranova del Pollino
Madonna della Bruna, Matera
Madonna del Carmine, Avigliano
San Rocco, Tolve
Madonna del Carmelo, Pedali di Viggianello

CALABRIA
Settimana Santa. Battenti rossi, Verbicaro
San Rocco, Gioiosa Jonica
Madonna di Polsi o della Montagna, Polsi di San Luca
Santi Cosma e Damiano, Riace

CAMPANIA
Maria Santissima del Carmine detta delle Galline, Pagani
Madonna dell'Arco, Sant'Anastasia
San Michele Arcangelo, Sala Consilina
San Michele Arcangelo, Padula
San Michele Arcangelo, Rutino
Gigli per la festa di San Paolino, Nola
Santa Maria della Neve, Ponticelli
San Silvestro, Sessa Aurunca

MOLISE
Carnevale. Il Diavolo, Tufara
Madonna Incoronata, Santa Croce di Magliano
Carrese per la festa di San Leo, San Martino in Pensilis
Mája, Acquaviva Collecroce
Corpus Domini. Misteri, Campobasso
Volo dell'Angelo per la festa della Madonna delle Grazie, Vastogirardi

PUGLIA
Maria Santissima Addolorata, Molfetta
Settimana Santa, Ruvo
Settimana Santa, Taranto
San Michele Arcangelo, Monte Sant'Angelo

Hanno dato la loro adesione all'evento

Associazione Culturale «Animaterrae» - Barcellona (Spagna)
Associazione Culturale «A la Vietrese» - Vietri di Potenza
Associazione «Allegracore» - Sala Consilina
Associazione Culturale Gruppo «Campanari di Arrone» - Arrone
Associazione Culturale «Carpino Folk Festival» - Carpino
Associazione Culturale «Gli Amarimai» - Viggiano
Associazione Culturale Circolo della Zampogna di Scapoli - Scapoli
Associazione Culturale «Multietnica Europea» - Moliterno
Associazione Culturale «Pizzicata» - Lecce
Associazione Culturale «Sonidumbra» - Terni
Associazione Culturale «Suoni» - Terranova del Pollino
Associazione Culturale «Terra Madre» - Caselle in Pìttari
Associazione Culturale «Totarella» - Terranova del Pollino
Centro Studi «Mario Pagano» - Brienza
Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano «Pietro Laveglia» - Sala Consilina
Circolo Culturale «Angilla Vecchia» - Potenza
Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale - Bellinzona
Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale - Terra di lavoro
Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale - Cataforio
Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale - Cisternino
Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale - Genzano
Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale - Melfi
Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale - San Fratello
Comitato per la Promozione del Patrimonio Immateriale - Genzano di Lucania
Parco Letterario «Don Giuseppe De Luca» - Sasso di Castalda
Scuola di Tarantella Montemaranese – Montemarano
Comitato per la Grande Lucania

Patrocini
Comune di Sala Consilina
Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia (Ministero per i beni e le attività culturali)

 

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Premio Scanno 2010 per l'antropologia

Premio Scanno 2010 sezione Antropologia culturale e tradizioni popolari 
Prestigioso riconoscimento all'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia per il volume Patrimonio immateriale del Molise curato da Emilia De Simoni

Logo del premio

Sabato 11 settembre 2010 ha avuto luogo a Scanno la cerimonia di consegna del Premio Scanno - Provincia de l'Aquila "Riccardo Tanturri", giunto alla XXXVIII edizione. Il Premio Scanno è stato ideato nel 1972 da Riccardo Tanturri de Horatio, professore universitario di Lingua e Letteratura italiana, giornalista e scrittore. Istituito in origine come riconoscimento letterario, il Premio è divenuto, nel tempo, multidisciplinare e comprende, oltre la Letteratura, le sezioni di Economia, Diritto, Alimentazione, Musica, Medicina, Sociologia, Antropologia, Ecologia e Valori.
Il Premio per la sezione Antropologia culturale e tradizioni popolari è stato assegnato quest'anno a Emilia De Simoni, antropologa dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia. L'autrice ha ottenuto il prestigioso riconoscimento per il volume Patrimonio immateriale del Molise, pubblicato nel 2009 come numero monografico di "Conoscenze", rivista della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise.

Volume

La giuria assegna all'unanimità il "Premio Scanno Riccardo Tanturri - Provincia de l'Aquila" 2010 sezione Antropologia culturale e tradizioni popolari all'opera di Emilia De Simoni "Patrimonio immateriale del Molise". Tale opera è il frutto di una rigorosa ricerca, protrattasi per numerosi anni, nel Molise le cui tradizione festive e religiose vengono indagate con acuta tensione etnografica. A questa si accompagna, quando necessaria una puntuale prospettiva di interpretazione antropologica. L'opera è arricchita da un'ottima documentazione fotografica prodotta dalla stessa De Simoni a volte anche con la collaborazione di Donato D'Alessandro.

La consegna del premio

L'opera premiata nasce da un progetto di etnografia visiva sui beni immateriali del Molise che ha prodotto, dal 2005 ad oggi, una documentazione di circa 25.000 fotografie e 150 ore di riprese video, relative a 68 eventi festivi in 48 località. Come sottolinea Luigi M. Lombardi Satriani: "Si tratta di una ricerca, sistematica e puntuale, condotta dalla studiosa romana, in collaborazione con Donato D'Alessandro, che contribuisce anche a una ampia iconografia sul patrimonio immateriale del Molise, protrattasi per numerosi anni... L'indagine di Emilia De Simoni dà conto, con rigore ed efficacia di una ricerca, sistematica e puntuale, condotta con piena padronanza della letteratura specifica e con salda metodologia." (Quotidiano della Calabria, 14-9-2010, p. 17).
Patrimonio immateriale del Molise, pubblicato dall'Editore BetaGamma, contiene, oltre gli scritti dell'autrice, un saggio di Renato Cavallaro e i testi relativi alle seguenti feste: S. Cristina a Sepino, S. Antonio Abate a Colli a Volturno, S. Anastasio ad Acquaviva d'Isernia, S. Biagio e S. Leo a San Martino in Pensilis, il Carnevale dei Mesi a Bagnoli del Trigno e a Cercepiccola, il Carnevale dell'Uomo Cervo a Castelnuovo al Volturno, il Carnevale del Diavolo a Tufara, S. Giuseppe a Casacalenda e a Termoli, la Processione del Cristo Morto a Isernia, la Pagliara a Fossalto. Il volume è arricchito da un ampio corredo iconografico, realizzato da Emilia De Simoni e Donato D'Alessandro nel corso della ricerca, tra il 2005 e il 2009.

I vincitori del Premio Scanno 2010

 

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50° Raduno nazionale dei Campanari

Il 28 e il 29 agosto 2010, il Gruppo Campanari di Arrone, sostenuto dalla provincia di Terni e del Comune di Arrone, ospiterà il 50° Raduno nazionale dei Campanari, il II Raduno dei Campanari del Centro Italia e terrà a battesimo il Centro Studi Campane Valnerina - (CeSCaV).

Raduno dei Campanari ad Arrone (TR)

L'arte campanaria consente la sopravvivenza di una delle ricchezze più interessanti del nostro Paese. Questo antico sapere ha regolato, per più di un millennio, il tempo sacro e quello profano, il tempo del lavoro e quello della festa. Ancora oggi, molte città hanno saputo preservare un panorama sonoro che le rende uniche anche grazie alla preservazione di quest'arte trasmessa solo ed esclusivamente per via orale.

L'Italia, inoltre, preserva anche saperi antichissimi custoditi da decine e decine di fonderie di campane, che producono questi bronzi seguendo procedure millenarie.

Obiettivo del Gruppo Campanari di Arrone è, dunque, quello di salvaguardare questo patrimonio culturale, sia attraverso la trasmissione del sapere, sia mediante la ricerca e lo studio. Per questo motivo, in colalborazione con il Dipartimento Scienze del Linguaggio dell'Università per stranieri di Perugia e il Comitato per la promozione del patrimonio immateriale, ha voluto istituire il Centro Studi Campane Valnerina.

La manifestazione è sostenuta dall'Amministrazione Provinciale di Terni e dall'Amministrazione Comunale di Arrone ed è realizzata in collaborazione con il Dipartimento Scienze del Linguaggio e progetto Voxteca archivio della voce dell'Università per stranieri di Perugia, il Comitato per la promozione del patrimonio immateriale, il Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani, ha ottenuto, per il suo elevato valore culturale, il patrocinio di importanti enti ed istituzioni del nostro paese: Commissione nazionale italiana per l'Unesco; Istituto centrale per la Demoetnoantropologia (Ministero per i beni e le attività culturali), Regione Umbria, Camera di Commercio di Terni, Comunità Montana Valnerina, dal Parco Fluviale del Nera e dalla Coldiretti.

Il Gruppo Campanari di Arrone ha promosso, in collaborazione con il Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani, la manifestazione nazionale "Suoniamo i campanili d'Italia per sostenere i diritti umani" che si svolge ogni anno a dicembre e che ha lo scopo di sensibilizzare, anche attraverso il suono delle campane, il tema dei diritti umani.

Nel corso del Raduno, il Vescovo di Spoleto e Norcia conferirà al campanile di Arrone il titolo di "Campanile dei diritti umani".

Con lo scopo di proseguire l'appuntamento creato nel 2009, il gruppo Campanari di Arrone organizza un evento che offre ai campanari del Centro Italia la possibilità di confrontarsi e di elaborare politiche per salvaguardare le peculiarità delle tecniche e delle suonate che caratterizzano questo territorio ed anche di sostenere comunità dove la tradizione campanara è scomparsa.

È il caso, ad esempio, del sostegno che l'Associazione sta fornendo alla Città di Nola – in collaborazione con l'Associazione MERIDIES – per il rispristino di quest'arte che la tradizione indica aver avuto origine proprio in questo importante centro campano.

Stessa operazione è prevista nella città di Sala Consilina, dove – con la Cooperativa Thokos – si cercherà di studiare e ripristinare l'arte campanara nella Valle del Diano.

Inaugurazione del Centro Studi Campane Valnerina (CeSCaV)

Nel corso del Raduno sarà inaugurato il centro studi con l'insediamento del Comitato scientifico, composto da:

Prof. Antonio Batinti - Università per Stranieri di Perugia
Dott. Luigi Cimarra - Storico, linguista, ricercatore ed esperto di arte campanaria
Dott.ssa Emilia De Simoni - Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia (MIBAC)
Prof. Paolo Diodati - Università degli Studi di Perugia
Dott. Antonello Lamanna - Università per Stranieri di Perugia
Prof. Luigi Maria Lombardi Satriani - Università degli studi la Sapienza di Roma
Prof. Gianlcarlo Palombini - Università degli Studi di Perugia
Dott.ssa Barbara Terenzi - Comitato per la promozione del patrimonio immateriale – Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani

M° Ivan Vandor - Musicista, compositore, etnomusicologo (presente nel 2011)

VOXTECA - Archivio e osservatorio permanente delle voci e dei suoni del mondo

Il Dipartimento Scienze del Linguaggio dell'Università per Stranieri di Perugia documenterà le suonate che si realizzeranno nel corso del raduno. Tali melodie entreranno a far parte del progetto VOXTECA per il CeSCaV.

Comitato Campanari Italiani

Sempre in occasione del Raduno, si creerà il Comitato Campanari Italiani, che sarà composto da tutte le associazioni, i gruppi e i soggetti che operano nel campo della salvaguardia, della trasmissione e dello studio dell'arte campanaria.

Comunità sonore

Il progetto "Comunità sonore", ha lo scopo di valorizzare e salvagurdare quei "panorami sonori" che costituiscono parte integrante di spazi naturali, feste popolari, manifestazioni culturali e religiose. La registrazione sonora e visiva, la conservazione e la successiva condivisione degli "eventi sonori" che caratterizzano le feste e i riti del nostro paese, con particolare attenzione per quelle espressioni musicali che fanno parte integrante di queste espressioni culturali e comunitarie, sono una parte importante delle azioni di tutela che il progetto intende perseguire ed in questa sua attività ha ottenuto la collaborazione dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, che si è offerto di custodire questo patrimonio sonoro e visivo per le generazioni future.

Il Raduno prevede la partecipazione di tantissimi esponenti tra campanari e testimoni della tradizione campanara italiana che mostreranno la loro arte oltre che sulle antiche campane dei Arrone, anche su grandi carri contenenti i 'Concerti di Campane' forniti dalla prestigiosa Fonderia CAPANNI di Reggio Emilia.

SABATO 28 AGOSTO 2010

10:00-13:00 inaugurazione del Centro Studi Campane Valnerina CeSCaV e del Comitato Campanari Italiani.

15:00 Iscrizione Raduno - centro sportivo di Arrone

16.00 Presentazione Raduno Nazionale - chiesa Santa Maria Assunta di Arrone

17:00-20:00 Esibizione dei Campanari d'Italia - centro sportivo di Arrone

dalle 20:00 "I Vini dei Campanari" con prodotti enogastronomici a "Km Zero" con musiche e danze popolari - centro sportivo di Arrone

DOMENICA 29 AGOSTO 2010

9:30 colazione dei campanari - piazza Garibaldi di Arrone

10:00-12:00 Conclusione lavori del Centro Studi Campane Valnerina CeSCaV

10:30 Santa Messa nella chiesa Santa Maria Assunta, in piazza Garibaldi di Arrone, celebrata dal Vescovo dell'Archidiocesi di Spoleto e Norcia Mons. Renato Boccardo con i canti del Piccolo Coro dei Campanari di Arrone e il Coro di Calvi dell'Umbria, diretti da Marta Lombardo

12:00 Benedizione del Campanile di Arrone. Il campanile sarà benedetto con l'onorificenza di "Campanile dei Diritti Umani".

13:30 pranzo dei campanari - centro sportivo di Arrone

16:00 esibizione dei campanari d'Italia - centro sportivo di Arrone

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Campus Rom

CAMPUS ROM, C'ERA UNA VOLTA SAVORENGO KER

15 – 21 GIUGNO 2010 
IDEA / MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI E TRADIZIONI POPOLARI 
A cura di Michele Carpani, Max Intrisano, Maria Teresa Bovino Logo evento

La mostra è un evento collaterale della I ed. della Festa dell'Architettura di Roma "Index Urbis"
L'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia (IDEA) ospita una mostra multimediale che racconta due esperienze di ricerca realizzate dal collettivo di artisti Stalker/ON in collaborazione con le comunità Rom della capitale. Due anni di lavoro, vissuti tra intese e malintesi, che hanno visto nascere progetti coraggiosi e sogni condivisi, narrati dalla mostra fotografica Campus Rom e dal documentario "C'era una volta... Savorengo Ker, la Casa di Tutti" di Fabrizio Boni e Giorgio de Finis, presentato in anteprima assoluta.

MOSTRA FOTOGRAFICA "CAMPUS ROM"
Il racconto, attraverso lo sguardo eterogeneo di diversi fotografi, di "Campus Rom, oltre i campi nomadi". Un progetto di ricerca transdisciplinare, formazione reciproca, progettazione e azione condivisa, attivato, da Stalker/Osservatorio Nomade, insieme a diverse comunità rom di Roma, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Urbani della Facoltà di Architettura di Roma Tre ed altre organizzazioni cittadine, nazionali e internazionali, per affrontare l'emancipazione civile, culturale, economica, sociale e abitativa dei Rom, verso il superamento della realtà dei campi nomadi in Italia. Lo scopo dei fotografi è stato quello di documentare l'intervento diretto nello spazio urbano e narrare il processo costantemente aperto e fluido di attraversamento e superamento delle barriere tra le varie culture, e le energie che si sono sviluppate dando vita ad un'arte combinatoria in grado di rendere percettibile una comunità "invisibile".
Fotografie di: Simona Caleo, Giorgio de Finis, Max Intrisano, Massimo Percossi, Maria Stefanek, Maria Teresa Bovino, Hector Silva Peralta, Alessandro Imbriaco.

Campus rom

ANTEPRIMA DEL FILM "C'ERA UNA VOLTA... SAVORENGO KER, LA CASA DI TUTTI"
Savorengo Ker (che in lingua Romanés significa "la casa di tutti") è un progetto sperimentale di costruzione partecipata realizzato nell'ex campo rom Casilino 900. È la storia di un'idea semplice e coraggiosa, divenuta il simbolo di emancipazione di una comunità emarginata. Il progetto è stato ospitato alla Biennale di Architettura di Venezia, è stato visitato da numerosi parlamentari europei, recensito dalla stampa internazionale e dibattuto nelle accademie di mezzo mondo, ma a Roma, dove la casa è stata costruita e presentata, ha incontrato solo ostilità e inutili polemiche. Ora quella casa non c'è più.
Regia di: Fabrizio Boni e Giorgio de Finis. Produzione: In Iride Sfoggio 2009. Durata: 55 minuti

Campus rom

TAVOLA ROTONDA
Insieme ad antropologi e architetti, ai rappresentanti delle comunità Rom e delle associazioni che operano sul territorio, si discuterà delle conseguenze del nuovo piano nomadi a Roma e delle proposte per superare il dispositivo dei campi rom, nel tentativo di individuare tematiche e strategie capaci di sottrarre il dibattito in corso dalla trappola dell'emergenza sociale.
Intervengono: Stefania Massari (direttrice dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia); Emilia De Simoni (antropologa, Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia); Barbara Terenzi (coordinatore Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani); Mirsad Sedjovic, Hakja Husovic, Bayram Hasimi, Nenad Sedjovic, Klej Salkanovic (direttori dei lavori della casa Savorengo Ker); Najo Adzovic (Coordinatore di Rom a Roma); Graziano Halilovic (presidente Roma Onlus); Giorgio Piccinato (ex direttore del DIPSU); Francesco Careri (Stalker/ON, DIPSU); Lorenzo Romito (Stalker/ON); Marco Solimene (antropologo); Fabrizio Boni e Giorgio de Finis (autori del film "C'era una volta...Savorengo Ker, la casa di tutti")

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Presentazione “Conoscenze”

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI 
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise 
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise 

28 aprile 2010 - ore 17.00 
Venafro (Isernia) - Castello Pandone

presentazione del volume 
CONOSCENZE: PATRIMONIO IMMATERIALE DEL MOLISE
(a cura di Emilia De Simoni – BetaGamma, Viterbo 2009)

Volume

La presentazione sarà introdotta da Daniele Ferrara, Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Molise. Interverranno: Renato Cavallaro, Professore di Sociologia generale all'Università Sapienza di Roma; Antonietta Caccia, Presidente dell'Associazione Circolo della Zampogna; Mauro Gioielli, Demologo. Sarà inoltre presente Francesco Scoppola, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Umbria, già Direttore Regionale del Molise.

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Inaugurazione sezione Macchina di Santa Rosa

Presentazione e inaugurazione della sezione museale dedicata alla Macchina di Santa Rosa

Nel Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari è stata inaugurata una sezione dedicata alla Macchina di Santa Rosa. 

La Macchina di Santa Rosa nel nuovo allestimento

L'amministrazione comunale di Viterbo ha promosso il progetto dell'esposizione che comprende: una parte del modello della macchina "Ali di Luce", ideata da Raffaele Ascenzi - che ha sfilato a Viterbo dal 2003 al 2008 - e la statua della Santa. In alcuni pannelli viene illustrata la storia di Santa Rosa, accompagnata da immagini d'epoca, filmati sulla festa e da un modellino della macchina ideata da Virgilio Papini, che ha sfilato dal 1924 al 1951. L'esposizione sarà presente, all'interno del museo, per almeno 10 anni, grazie a una convenzione rinnovabile stipulata fra i due enti. Sono intervenuti all'inaugurazione il direttore dell'Istituto, il sindaco di Viterbo Giulio Marini, l'assessore alla Cultura Vito Guerriero, il dirigente del settore Stefano Menghini, l'architetto Gianni Cesarini, curatore dell'allestimento e Massimo Mecarini, presidente del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, con una delegazione di Facchini.

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Omaggio a Diego Carpitella

Logo ICBSALogo IDEAMATLogo settimana della cultura

Ministero per i Beni e le Attività Culturali - XII Settimana della Cultura
Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi - Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia

Omaggio a Diego Carpitella

Diego Carpitella

giovedì 22 aprile 2010 - ore 10.30 e ore 14.30 
Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi - Via Michelangelo Caetani 32 - Roma

Il 22 aprile 2010 l'Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi (ICBSA) e l'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia (IDEA) organizzano, presso l'Auditorium dell'ICBSA, una giornata dedicata a Diego Carpitella (1924-1990), nel ventennale della sua scomparsa.

Alle ore 10.30 interverranno: Massimo Pistacchi, Stefania Massari, Luigi M. Lombardi Satriani, Agostino Ziino e Francesco Giannattasio.

Alle ore 14.30 verranno proiettati alcuni esempi dell'antropologia visiva di Diego Carpitella, presentati da Emilia De Simoni:

Materiali di Antropologia Visiva 4: Alan Lomax racconta l'esperienza etnomusicologica in Italia con Diego Carpitella (1991, 6')
Realizzazione: Museo Nazionale Arti e Tradizioni Popolari, 2003.

Meloterapia del tarantismo (1960, 7')
di Diego Carpitella
Ed. a cura di F. De Melis; Museo Nazionale Arti e Tradizioni Popolari e Centro FLOG, 1995.

Cinesica 1: Napoli (1973, 45')
Regia: Diego Carpitella; aiuto regia: R. Assuntino; ricerche: D. Carpitella, G. Bonicelli, R. Assuntino, S. Testa (DFA - Istituto di Storia delle Tradizioni Popolari dell'Università La Sapienza); montaggio: R. Perpignani; fotografia: G. Bonicelli; produzione: Istituto Luce.

Suoni: Calabria "zampogna e chitarra battente" (1981, 31')
Collana "I suoni" diretta da Diego Carpitella
Fotografia: G. Bonicelli; suono: R. Faidutti; aiuto regia: F. Giannattasio; montaggio C. Conversi; produzione: Bocca di Leone Cinematografica, RAI.

MIV 10: cantigos a boghe 'e chiterra (1991, 10')
Collana Musica & Identità/Video fondata da Diego Carpitella
Regia: F. De Melis; produzione: Discoteca di Stato, Associazione Italiana di Cinematografia Scientifica, Cattedra di Etnomusicologia del Dip. di Studi Glotto-Antropologici dell'Università La Sapienza, Museo Nazionale Arti e Tradizioni Popolari.

Con questa iniziativa i due Istituti intendono rendere omaggio all'etnomusicologo che, con la sua intensa attività di ricerca e con i suoi studi, ha contribuito in maniera determinante alla documentazione e alla valorizzazione del patrimonio immateriale etnomusicologico del nostro Paese.
Per il suo impegno culturale e per il suo rigore scientifico, Diego Carpitella si può considerare un maestro non soltanto nel campo dell'etnomusicologia, ma anche nel settore dell'antropologia visiva. Dall'avvio, negli anni '50 dello scorso secolo, delle prime "spedizioni etnologiche" con Ernesto de Martino (1908-1965) e delle ricerche sul campo con Alan Lomax (1915-2002), l'attività dello studioso si è svolta lungo un percorso caratterizzato da quella che si potrebbe definire una "rigorosa passione", tesa a restituire dignità alle espressioni del folklore musicale italiano e a promuoverne la conoscenza.

Nel tempo questo impegno ha sollecitato Carpitella ad approfondire ulteriori forme di osservazione e documentazione, ponendo le basi per l'antropologia visiva in Italia, intesa come metodo imprescindibile nella ricerca demoetnoantropologica.
Per le significative collaborazioni con la Discoteca di Stato, oggi ICBSA, e con il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, oggi IDEA, rappresentate dalla produzione dei MIV - Musica e Identità Video, e dalla rassegna MAV - Materiali di Antropologia Visiva, Diego Carpitella si pone come una figura centrale nella storia dei due Istituti.

L'iniziativa proporrà dunque, attraverso presentazioni, sequenze sonore e filmiche, l'attualità dell'opera di Carpitella, oggi, nell'ambito degli studi demoetnoantropologici e nell'attività di valorizzazione del patrimonio immateriale condotta dal MiBAC.

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