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1982-1996

1982-1983 CERAMICA POPOLARE DEL LAZIO
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (dicembre 1982 - aprile 1983)
 

1983 EX VOTO SU LATTA DEL SANTUARIO DI ALTAVILLA MILICIA
Esposizione di 48 esemplari di ex voto dipinti su latta ricavata da contenitori di sarde sottosale, appartenenti alla collezione del Santuario di Altavilla Milicia (Palermo).
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (15-16 aprile 1983)


1983 DANZE POPOLARI ITALIANE


1983 ARAZZI IUGOSLAVI CONTEMPORANEI
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (18 maggio - 26 giugno 1983)


1983 CERAMICA NEOZELANDESE


1984 GLI STRUMENTI DELLA MUSICA POPOLARE IN ITALIA
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (10 ottobre - 30 novembre 1984)


1984 LE FIABE VOLANO
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (16 aprile - 18 maggio 1984)


1984 FESTE IN ABRUZZO DEGLI ANNI TRENTA. IMMAGINI DI PASQUALE DE ANTONIIS
Mostra fotografica di Pasquale de Antoniis
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (28 marzo - 29 aprile 1984)


1984 PANI E DOLCI DEVOZIONALI SICILIANI E CALABRESI
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (24 febbraio - 18 marzo 1984)


1984 BAMBOLE. TRADIZIONI, COSTUMI, CULTURA DI POPOLI

Da tempi lontanissimi, e in ogni parte del mondo, la bambola ha viaggiato con noi, tenera e inquietante compagna nei giochi, negli esorcismi, nelle preghiere. Costruita in tanti materiali diversi, poveri o sofisticati, legno, argilla, panno, osso, porcellana, questa creatura dell'uomo, questo suo piccolo "doppio" si è docilmente prestata a vivere nelle case più povere e alla corte del re, a raccogliere sogni e speranze di tutti senza raccontarli a nessuno. La bambola è uno dei testimoni silenziosi più significativi di una parte della storia dell'uomo, e come tale ci parla in modo vario ma comune, avvicinando civiltà e tempi lontani. Le bambole riunite nella mostra sono portavoci, attraverso la mediazione del simbolo ludico, della cifra sociale e culturale dei suoi costruttori: tutte le classi sociali vi sono rappresentate, molti mestieri vi sono stilizzati. Per i tipi di bambole si è potuto stabilire che la maggior parte di esse appartiene al genere delle "bambole- ricordo" o figure in costume; una parte è costituita da vere e proprie "bambole giocattolo" e una parte da "bambole rituali" e figure rituali.
Roma, Palazzo Barberini (13 dicembre 1984 - 18 febbraio 1985)


1984-1985 L'INTRECCIATURA TRADIZIONALE IN AREA LUCCHESE
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (28 dicembre 1984 - 28 gennaio 1985)


1985 ILJA GLAZUNOV. OPERE DAL 1951 AL 1984
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 1985


1986 L'ORNAMENTO PREZIOSO. UNA RACCOLTA DI OREFICERIA POPOLARE ITALIANA AI PRIMI DEL SECOLO

"L'ornamento prezioso" è la nuova edizione della mostra "Oreficeria popolare italiana" proposta dal Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari nel 1964, e divenuta dopo qualche anno itinerante grazie al largo consenso ottenuto.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (21 maggio - 30 novembre 1986)


1986 L'UOMO SELVATICO IN ITALIA


1986 LE INFIORATE DEL LAZIO
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (5 maggio - 5 giugno1986)


1986-1987 TESSUTI IKAT DELL'ASIA CENTRALE DI COLLEZIONI ITALIANE
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (5 dicembre 1986 - 18 gennaio 1987)


1987 LO STENDARDO PROCESSIONALE DI NEMI
Roma, Museo Nazionale delle Arti e tradizioni Popolari (8 luglio - 15 ottobre 1987)


1988 LA PIAZZA UNIVERSALE. GIOCHI SPETTACOLI MACCHINE DI FIERE E LUNA PARK
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (11 gennaio - 30 giugno 1988)


1988 COSTUMI E TRADIZIONI POPOLARI ROMENI

La mostra, organizzata nell'ambito dell'accordo culturale italo-romeno a cura dei rispettivi Ministeri dei Beni Culturali e degli Affari Esteri, è orientata su alcuni temi specifici che interessano il ciclo della vita pastorale-agricola e il ciclo della vita umana. Gli oggetti esposti riguardano attività ed avvenimenti che scandiscono momenti particolarmente importanti per la vita dell'uomo: la pastorizia, l'aratura, la semina, e che sono strettamente connessi con i rituali propiziatori.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (1-31 dicembre 1988)


1989 ARTE DEL CRISTALLO IN CECOSLOVACCHIA

La mostra documenta la grande tradizione del cristallo boemo, non soltanto lo sviluppo storico, le varie tecniche e gli stili che via via presero forma, ma anche la produzione contemporanea, estremamente raffinata, dove il permanere della tradizione si fonde con il design moderno.


1989 PRIMA DEL CINEMA. LE LANTERNE MAGICHE
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 1989


1989 PAESAGGIO ALBANESE


1989-1990 LE MARINERIE ADRIATICHE TRA '800 E '900
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (15 novembre 1989 - 30 giugno 1990)


1990 LE RADICI DELL'ALBERO DELLA LIBERTÀ
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 1990


1990 LA SEDUZIONE DELL'ARTIGIANATO
Roma, Fiera di Roma (22 giugno - 20 luglio 1990)


1990-1991 I TESORI DEI KURGANI DEL CAUCASO SETTENTRIONALE
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (18 dicembre 1990 - 18 febbraio 1991)


1991 LA COLLEZIONE DEGLI STRUMENTI MUSICALI
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 1991


1991 MEMORIA DEL TIEMPO. RASSEGNA STORICA DELLA FOTOGRAFIA IN MESSICO


1992 I SEGNI DEI MESTIERI. BANCHI GRIDA INSEGNE

Mostra relativa alle insegne che artigiani e venditori esibivano come segni di riconoscimento dell'attività svolta o quali mezzi di richiamo del pubblico. Sono compresi anche strumenti, banchi di lavoro dei venditori ambulanti ed esempi di trascrizione di grida, messaggi orali che nella vendita ambulante avevano l'analoga funzione delle insegne. La maggior parte del materiale fu raccolto nelle regioni italiane in occasione della Mostra del 1911.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (10 giugno - 31 dicembre 1992)


1992 PIATTI DA LEGGERE STORIE DA MANGIARE
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (5-26 novembre 1992)


1993-1994 IL GIAPPONE FRA PASSATO E PRESENTE : IL RECUPERO DEI METODI TRADIZIONALI DI MANIFATTURA NEI COSTUMI DEL TEATRO NÔ
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (28 novembre 1993 - 9 gennaio 1994)


1995 LA TERRA IL FUOCO L'ACQUA IL SOFFIO. LA COLLEZIONE DEI FISCHIETTI DI TERRACOTTA DEL MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI E TRADIZIONI POPOLARI

In mostra 700 oggetti di area italiana, che illustrano il mutare delle funzioni del fischietto attraverso i secoli.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (6 aprile - 31 dicembre 1995)


1995 IL BELLO DEL LABIRINTO SECONDO EZIO FLAMMIA


1996 VIVERE IN ITALIA CREARE IN ITALIA. I 7 GIAPPONESI
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (28 marzo - 30 aprile 1996)


1996 AGATO BRUNO. LA CIVILTÀ DEL PANE
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (9-25 maggio 1996)


1996 ANGHIARI: LETTURA PER IMMAGINI

L'esposizione propone un percorso visivo attraverso alcune immagini tratte dall'apparato iconografico del libro "Anghiari: lettura per immagini", databili tra la fine del 1800 e gli ultimi decenni del 1940. La mostra e il volume rappresentano un primo risultato della collaborazione tra il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma e il Comune di Anghiari nell'ambito di un progetto di ricerca sul territorio, relativo alla cultura locale. I temi individuabili in questo significativo fondo fotografico, reperito con il contributo della popolazione anghiarese, sono i seguenti: le feste (in particolare la "Scampanata", antico rituale primaverile dai connotati carnevaleschi), il lavoro contadino, le attività femminili, la tradizione tessile, la musica e lo spettacolo popolare, lo sport e il gioco, la scuola e gli eventi storici.
Anghiari, Sala Consiliare del Palazzo Pretorio (1-29 settembre 1996)


1996 "SE NE VA IL TEMPO COME L'OMBRA". MERIDIANE NEL TERRITORIO DI ASTI

Mostra fotografica, organizzata in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura della Provincia di Asti, sulle oltre centosettanta meridiane reperite nella provincia astgiana, risultato di una ricerca che rispecchia la volontà di valorizzare e sottrarre all'incuria un patrimonio che è testimonianza culturale di un territorio. Gli orologi solari sui quali il tempo se ne va come l'ombra, accomunano cascine contadine e dimore storiche, cortili nascosti e angoli di muro "nell'aspirazione universale di conoscere e fermare l'ora e con essa il tempo".
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (30 ottobre - 24 novembre 1996)

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1958-1981

1958 MAGIA E FATTURA IN LUCANIA
Organizzata in collaborazione con Ernesto de Martino.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (15 marzo - 20 aprile 1958)


1959 RITO DEL SEGA LA VECCHIA IN UMBRIA
Organizzata in collaborazione con Tullio Seppilli e Romano Calisi.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (9-30 aprile 1959)


1959 LA LEGGENDA DEI MAGI NEL DISEGNO INFANTILE
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (12-30 maggio 1959)


1959 PROVERBI TOSCANI
Mostra di incisioni di Giuseppe Piattoli.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (22 settembre - 30 ottobre 1959)


1960 SPETTACOLO IN PIAZZA
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (11-15 luglio 1960)


1960 CANTI POPOLARI DEL RISORGIMENTO
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (15 novembre - 15 dicembre 1960)


1960 ARTE POPOLARE RUSSA


1960 BULGARIA. 2500 ANNI DI ARTE
Mostra di arte bulgara organizzata dal Comitato di amicizia e di relazioni culturali con l'estero di Sofia in collaborazione con il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari.


1962 I MESTIERI PER LA VIA
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 1962


1962 LA PROCESSIONE DEI MISTERI A BARILE DEL VOLTURE
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (15 aprile - 15 maggio 1962)


1963 LA FAME (PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA FAME ORGANIZZATA DALLA FAO)
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (17 marzo - 7 aprile 1963)


1964 OREFICERIA POPOLARE ITALIANA
Esposizione curata da Annabella Rossi con esemplari acquisiti in occasione della Mostra di Etnografia Italiana del 1911. La mostra, divenuta in seguito itinerante grazie al largo consenso ottenuto, venne ospitata tra il 1972 e il 1980 a Buenos Aires, Montevideo, Santiago del Cile, Bogotà, Caracas, Rio de Janeiro, Brasilia e San Paolo. Tra il 1977 e il 1978 a Oporto, Lisbona, Varsavia, Tel Aviv, Lugano, Grenoble.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (maggio-giugno 1964)


1964 ARTE POPOLARE BULGARA DEL RODOPE
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (gennaio - febbraio 1964)


1964 UNGHERIA. MOSTRA DI CERAMICA E OREFICERIA
Roma, Museo Nazionale delle Arti e tradizioni Popolari 1964


1964 ARTE D'AMERICA E DI SPAGNA


1965 TATUAGGI A LORETO E IN CIOCIARIA
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (1 luglio - 1 settembre 1965)


1966-1967 GIOCHI E GIOCATTOLI POPOLARI ITALIANI
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (28 dicembre 1966 - 28 febbraio 1967)


1967 RETROSPETTIVA DELLE ATTIVITÀ DEL MUSEO E RECENTI ACQUISIZIONI
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (2-6 aprile 1967)


1968 LA PASSIONE
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (27 marzo - 3 aprile 1968)


1968 EX-VOTO CALABRESI
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (31 marzo - 6 aprile 1968)


1969 COSTUME POPOLARE NAPOLETANO E SICILIANO
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (13-20 aprile 1969)


1969 UMBERTO MOGGIOLI 1886-1919
Trento, Palazzo Pretorio (settembre-ottobre 1969)


1969 GINO PANCHERI 1905-1943
Trento, Palazzo Pretorio (settembre - ottobre 1969) - Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (dicembre 1969)


1972-1973 IL PRESEPIO POPOLARE ITALIANO
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 1972-1973


1973 IMMAGINI DELLA MADONNA DELL'ARCO
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 1973


1974 OGGETTI DI CORNO INCISO
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (maggio - luglio 1974)


1977-1978 LE ARTI PER VIA. INCISIONI DI GIUSEPPE MITELLI E GAETANO ZOMPINI
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 1977-1978


1978 OREFICERIA POPOLARE ITALIANA E COSTUMI REGIONALI DEL'700
Lugano, Villa Malpensata (2 luglio - 15 agosto 1978)


1978 GLI ERETICI DELL'ASSUNTA
Mostra delle fotografie di Marialba Russo sui riti settennali dell'Assunta di Guardia Sanframondi
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 1978


1981 QUELLE FIGLIE QUELLE SPOSE
Mostra fotografica di Paolo Guiotto con le immagini realizzate per il libro di Patrizia Ciambelli sul culto delle anime purganti a Napoli.
Roma, Palazzo Braschi 1981


1981 LUDUS CARNELEVARII
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 1981


1981 LA MORESCA
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 1981


1981 SPETTACOLI DI PIAZZA A ROMA NEL SECOLO XIX
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari 1981


1981 ARTE POPOLARE ROMENA
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (febbraio - aprile 1981)


1981 MAL DI LUNA. LUNATICI, FOLLI, INDEMONIATI NELLA TRADIZIONE POPOLARE
Roma, Museo Nazionale delle Arti e tradizioni Popolari (5 - 30 giugno 1981)

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2013-2014

14 febbraio - 8 marzo 2013 - Pegni d'amore dagli archivi del Museo

pegni-amore

L'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia propone, dalle collezioni del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, una selezione di oggetti collegati al tema dell'amore, esposti nella Sala delle Colonne dal 14 febbraio (ricorrenza di San Valentino) all'8 marzo. I pegni d'amore costituiscono una delle principali categorie di doni che, in ambito rituale, sono offerti non tanto a un singolo individuo ma in virtù della sua posizione all'interno della famiglia o del suo rapporto con il donatore.

Tra i doni più diffusi vi sono oggetti con scritte d'amore e strumenti per il lavoro femminile e per la casa: rocche decorate secondo una simbologia di fertilità o con figure umane e zoomorfe; stecche da busto in legno arcuato, con motivi di cuori, stelle, rami fioriti, chiavi, disegni geometrici o immagini riferite alla coppia; scaldini in ceramica "ricamati"; stampi per dolci.
Simboli che alludono all'unione sono presenti anche in alcuni anelli di fidanzamento: due mani che si stringono o che sorreggono un cuore, le colombe, la doppia spola e la doppia foglia. Un esempio di dono femminile agli uomini è rappresentato da alcuni fazzoletti ricamati, che recano sul bordo versi amorosi indirizzati al futuro marito.

A cura dell'Archivio di Antropologia Visiva (Emilia De Simoni, Stefania Baldinotti, Stefano Sestili) e del servizio Inventario e Depositi Etnografici (Paolo Maria Guarrera, Roberta Scoponi, Nicolò Giacalone, Anna Cologgi, Franco Rossi Gandin)

* * *

Pegni d'amore (di Stefania Baldinotti)

Il pegno d'amore è stato ed è tuttora simbolo dell'amore eterno e della fedeltà tra due persone che si amano. In un passato non tanto remoto ai doni che si scambiavano tra innamorati era delegata la funzione di comunicare all'esterno ogni piccolo passo che due giovani compivano durante il periodo del fidanzamento: il corteggiamento, la dichiarazione, la richiesta ufficiale della mano della sposa erano accompagnati da veri e propri rituali che si svolgevano nell'atmosfera festosa che preannunciava la tappa definitiva del matrimonio e quindi la formazione di un nuovo nucleo familiare all'interno della comunità. Pegno d'amore per eccellenza, l'anello, anche detto anello celato per distinguerlo dall'anello delle nozze, viene portato in dono dai giovani più facoltosi, ma sono diffusi anche altri gioielli, come pettini, spille, orecchini in oro o in argento decorati con simboli che alludono all'unione amorosa, come gli anelli di fidanzamento detti "a manucce", che rappresentano due mani che si stringono o che sorreggono un cuore: il repertorio decorativo è ricchissimo, parole d'amore incise nell'oro o dipinte a smalto, colombe, stelle, chiavi, nodi d'amore, fiori ed intrecci di elementi vegetali spesso elaborati nell'ancora attuale schema concentrico della presentosa. Altri doni di fidanzamento molto diffusi sono gli strumenti per il lavoro femminile che preannunciano le attività della donna nel suo futuro ruolo di moglie e di madre, ad esempio tra gli attrezzi per la filatura ed il ricamo è molto frequente che il fidanzato regali una rocca, realizzata con le sue mani e decorata con simboli di fertilità e d'amore o con figure umane, spesso una figurina femminile che simboleggia l'amata. Il pensiero premuroso del fidanzato si esprime anche attraverso altri oggetti di utilizzo quotidiano, oltre ai piatti ed ai boccali in ceramica decorati con frasi affettuose è frequente anche che venga portato in dono uno scaldino, una sorta di cestino di ceramica o terracotta traforato e ricamato come un merletto al cui interno un po' di brace accesa consente all'amata di tenere le mani al caldo. Esiste poi un dono di natura molto intima che le ragazze conservano gelosamente: la stecca da busto, fascia di legno flessibile che costituisce il sostegno interno del bustino, elemento fondamentale dell'abito tradizionale femminile. Particolarmente diffuse in tutta l'Italia centro-meridionale, le stecche da busto, che l'innamorato intaglia personalmente con i motivi tradizionali dell'alfabeto simbolico dell'amore, sono il pegno che le ragazze tengono più vicino al cuore: chiamata proprio per questo "dono del cuore" la stecca intagliata è accompagnata da molte usanze rituali, come quella di deporla nella cassa del marito deceduto troppo giovane in segno di perpetuo amore. Oltre a cuocere pani o dolci lavorati con decorazioni a stampo ottenute con timbri di legno incisi con motivi di cuori che l'innamorato stesso scolpisce per poi donare all'amata, l'esempio più classico di dono femminile è rappresentato dai fazzoletti. Regalare come pegno d'amore fazzoletti che recano sul bordo versi amorosi ricamati - fazzolettini da mettere al taschino o grandi fazzoletti colorati da annodare intorno al collo - significa asciugare le lacrime delle pene d'amore: il futuro marito ne ostenta il possesso davanti agli amici indossando il fazzoletto sull'abito della festa con chiaro significato di fedeltà.

Bibliografia
Bellucci G., Folclore umbro. Pegno di fidanzamento, 1898
Toschi P., Il Folklore, Roma, 1954
Toschi P., Arte popolare italiana, Roma, 1960
Toschi P., Il Folklore, tradizioni, vita e arti popolari, in Conosci l'Italia, vol. XI, Milano, 1967


 

9 novembre 2013 - 2 febbraio 2014 - MOSTRA DOSSIER: L'ARTIGIANATO SARDO DI IERI E DI OGGI

09-nov-2013

Il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari organizza, a conclusione del progetto "Arcipelago Mediterraneo", realizzato nell'ambito del Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Francia Marittimo, una serata ed una mostra dedicate alla cultura sarda. Nel Salone d'Onore del Museo, sabato 9 novembre 2013, dalle ore 15.00 alle ore 19.30, la Sardegna sarà al centro dell'attenzione.
Nella Sala Dossier, adiacente, fino all'8 dicembre, sarà possibile visitare una mostra di artigianato sardo dalle collezioni museali, affiancata da una selezione di manufatti moderni, curata dall'arch. Antonello Cuccu. Si potranno confrontare gli oggetti del passato con la produzione attuale: abiti, gioielli, tessuti, cestini e ceramiche di una terra dove l'artigianato è continuità. Sarà anche esposta un'ampia selezione di foto di Sebastiana Papa, dalla ricerca sul campo "Orgosolo 1966": uno spaccato duro e poetico della vita sarda in Barbagia.

Si ringrazia l'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, in particolare la Direttrice Laura Moro, per aver gentilmente concesso la riproduzione delle immagini di Sebastiana Papa e la stampa dai negativi.

Allestimento: Stefania Baldinotti, Emilia De Simoni, Nicolò Giacalone, Paolo M. Guarrera, Roberta Scoponi, Franco Rossi Gandin
Organizzazione tecnica: Stefano Sestili - Archivio Fotografico: Marisa Iori - Archivio Stampe: M. Letizia Campoli


 

29 maggio - 14 dicembre 2014 - A SUD DEL MUSEO

locandina-mostra-sud-2014

La mostra dossier "A Sud del Museo" rientra nell'ambito delle iniziative espositive che il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari ha avviato nel 2013 con la finalità di presentare, in percorsi tematici periodici, alcuni esemplari tratti dalle collezioni conservate nei depositi museali. La riproposizione degli oggetti alla pubblica fruizione è iniziata con l'artigianato sardo e prosegue nel 2014 con una mostra dedicata alle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia.

"Mio sud, / mezzogiorno / potente di cicale" scriveva il poeta calabrese Franco Costabile: in letteratura e in antropologia il Sud è stato spesso rappresentato come un territorio fortemente evocativo, una sorta di alterità colorata e luminosa, spesso accompagnata da venature di arcaicità.

"A Sud del Museo" intende offrire, attraverso l'esposizione di costumi, maschere, oggetti devozionali, cartelloni di cantastorie, strumenti di lavoro e manufatti artigianali, un itinerario visivo in cui si intrecciano temi del quotidiano e del festivo, episodi delle vite individuali raccontati negli ex voto: grazie ricevute, interventi salvifici di figure religiose che, dall'alto, governano il rischio dell'esistere. Un esistere, nel Sud, che è anche gioiosità e ironia delle maschere carnevalesche, delle marionette allusive, e sapiente bellezza di opere uniche prodotte tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento.

A SUD DEL MUSEO

Mostra dossier a cura di Emilia De Simoni
Mostra di grafica a cura di M. Letizia Campoli
Direzione tecnica: Stefano Sestili
Allestimento, restauro e conservazione: Roberta Scoponi, Nicolò Giacalone
Collaborazione all'allestimento: Franco Rossi Gandin
Didascalie: Francesca Montuori
Verifiche inventariali: Giuliana Barilà
Strutture: MATEC Impianti di Mario Trincia


 

24 giugno - 30 luglio 2014 - LA MAGIA DEL COLORE NELL'ARTE TRADIZIONALE RUMENA

24-06-2014

La mostra "LA MAGIA DEL COLORE NELL'ARTE TRADIZIONALE RUMENA", che il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari ospiterà dal 24 giugno al 30 luglio, è parte di una serie di eventi proposti nell'ambito del Festival Internazionale "PROPATRIA - Giovani Talenti Rumeni", che si svolgerà a Roma dal 20 giugno al 6 Luglio. Questa quarta edizione del Festival vedrà una partecipazione internazionale con nomi di spicco della cultura rumena: Cipriana Smarandescu (Italia), Elisabeth Sombart (Svizzera), Lavinia Dragos (Romania), Lucia Stanescu (Italia), Tudor Andrei e Aurelia Visovan (Austria), Vlad Crosman (Francia) e Lavinia Bocu (Romania), Catalina Diaconu (Italia), IAMAlina (Italia), nonché giovani ragazzi della diaspora rumena che eccellono in vari settori dell'arte e della cultura.
La mostra, ospitata dal Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari nell'ambito delle periodiche collaborazioni e scambi con istituzioni internazionali, sarà centrata sul costume popolare rumeno ed è realizzata grazie al contributo del Museo Nazionale del Villaggio - Dimitrie Gusti di Bucarest, CabliFunART Romania, l'artista Silvia Floarea Tòth e il Museo delle Guardie di Frontiera di Năsăud. Per più di un mese le due sale del Museo dedicate alle mostre temporanee si trasformeranno in un vero e proprio angolo di Romania: un villaggio tradizionale in miniatura.
Abiti tradizionali appartenenti al patrimonio storico del "Museo del Villaggio" e provenienti dalle principali zone geografiche della Romania si troveranno insieme agli antichi costumi della zona di Năsăud, proposti dall'Ambasciatrice del Costume Popolare Rumeno, Silvia Floarea Tòth. Completeranno l'esposizione tappeti decorativi, oggetti d'arredo, ornamenti, accessori, fotografie d'epoca: tutti materiali esposti per la prima volta fuori dal territorio nazionale. L'abito tradizionale romeno ricco spesso di decorazioni frutto di lunghe lavorazioni, è rimasto quasi immutato nei secoli: si trovano molte somiglianze tra il modo in cui si vestono ancora oggi i contadini di alcune località della Romania perfino con il modo in cui venivano rappresentati i daci sulla Colonna Traiana.
L'inaugurazione il 24 giugno alle ore 18.00 (ingresso libero) sarà accompagnata da uno spettacolo del coro multietnico "Incanto. Voci femminili senza confini" diretto dal M° Paula Gallardo Serao con l'Ensemble Artaras, Rep. Moldova, diretto da Lidia Bolfosu.
Il Festival è organizzato e promosso dall'Associazione culturale rumeno-italiana PROPATRIA con il sostegno del Ministero degli Esteri Rumeno-Dipartimento per i Romeni all'Estero e l'Ambasciata della Romania in Italia e con i patrocini di: Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Regione Lazio, Provincia di Roma, Comune di Roma-Assessorato per la Cultura, Creatività e Promozione Artistica, Comune di Roma-Municipio XIV, Accademia di Romania a Roma.


 

25 settembre - 25 novembre 2014 - 25.8.1964. C'ERA TOGLIATTI

togliatti

Dal 25 settembre al 25 novembre il MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI E TRADIZIONI POPOLARI ospiterà la mostra fotografica "25.8.1964. C'era Togliatti" che esporrà per la prima volta al pubblico romano le immagini con cui l'allora giovane fotografo Mario Carnicelli, pistoiese d'elezione, documentò, con intensità e modernità di sguardo, la partecipazione alle esequie di Palmiro Togliatti dal 22 al 25 agosto di 50 anni fa.
La mostra, prodotta dal COMUNE DI PISTOIA - PALAZZO FABRONI ARTI VISIVE CONTEMPORANEE, curata scientificamente da Bärbel Reinhard e Marco Signorini, è inserita nell'ambito della XIII edizione di "FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma". Da questa mostra è stata tratta un'edizione speciale dell'editore ravennate Danilo Montanari che raccoglie, in una scatola di legno, 35 delle fotografie scattate da Mario Carnicelli durante i funerali del "Migliore" nell'agosto del 1964.
Il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari ha voluto, ospitando questa esposizione nelle sue sale, contribuire ad una visione e rappresentazione della società italiana nella convinzione che lo sguardo degli artisti renda testimonianza dell'evoluzione dei processi antropologici del divenire della nostra società. I numerosi scatti fotografici sono allestiti a grandezza naturale, per creare un dialogo fra le immagini e gli spettatori. Se ancora oggi è possibile ri-guardare queste immagini, in una trasposizione visiva essenziale e per questo 'eterna', è perché a loro volta esse, tramite questi sguardi, ci riguardano, anche nell'accezione di avere a che fare con noi. Rinnovano il senso di partecipazione di una collettività tutta e affermano il valore dello sguardo di un artista che si è fatto testimone della storia del suo Paese.
Le fotografie sono accompagnate da alcuni testi, tra i quali quello di Alfredo Reichlin di cui si riporta questo breve stralcio: "Queste foto ci riportano a quella giornata drammatica e irripetibile. Fu la più intensa manifestazione di popolo che io abbia mai visto. Dico intensa nel senso del sentimento che quel popolo esprimeva e nei suoi significati. Da un lato i sentimenti semplici, elementari, il dolore per la morte di una persona cara. Dall'altro la sensazione che finiva un'epoca e che colui che veniva a mancare non era una persona come le altre, era il loro Capo. Io camminavo dietro il feretro insieme ai compagni della segreteria e la cosa che più mi colpì fu un gruppo di operai abbarbicati a una inferriata in via Labicana che ci gridava col pugno chiuso e piangendo come bambini : "non traditelo". Tale, in effetti era il rapporto tra Palmiro Togliatti e il suo popolo. Era una grande mente, aveva la cultura e la taglia di quei grandi intellettuali europei che l'Italia ogni tanto è capace di esprimere" (Alfredo Reichlin)
Nel pomeriggio del 25 Settembre, in occasione dell'apertura, sarà presente l'autore che accoglierà i visitatori per introdurli alla mostra.
Mario Carnicelli è nato ad Atri nel 1937. All'età di dodici anni si trasferisce con la famiglia a Pistoia, frequentando fin da piccolo lo studio fotografico del padre. Più incline alla fotografia documentaria che all'attività commerciale, lavorerà in seguito come fotogiornalista freelance ed inviato speciale, portando avanti anche progetti di ricerca personali. Nel 1966 vince una borsa di studio che gli permette di viaggiare per gli Stati Uniti, dove tornerà più volte per realizzare un lavoro originale e rilevante. Ha collaborato con varie riviste e quotidiani, tra i quali: Espresso, Panorama, Corriere della Sera, Il Giorno, Popular Photography, la Nazione. Ha collaborato con l'Istituto di Etnologia dell'Università di Perugia. Ha esposto in Europa e negli Stati Uniti, all'Interkamera di Praga, al SICOF Milano, al Grattacielo Pirelli di Milano, al Cantiere Sperimentale dell'Immagine di Firenze, alla Johns Hopkins University
di Bologna. Vive e lavora a Pistoia.

Nell'ambito della mostra viene proiettato il documentario
L'ITALIA CON TOGLIATTI
Produzione: UNITELEFILM
Collaborazione per la regia: Gianni AMICO, Giorgio ARLORIO, Libero BIZZARRI, Carlo LIZZANI, Francesco MASELLI, Lino MICCICHE', Glauco PELLEGRINI, Elio PETRI, Sergio TAU, Paolo TAVIANI, Vittorio TAVIANI, Marco ZAVATTINI, Valerio ZURLINI
Voce di Enrico Maria SALERNO
Durata 40' – b/n

Il film è la cronaca dei funerali di Palmiro Togliatti. Il segretario del Partito comunista muore a Yalta, il 21 agosto 1964. Qui Togliatti riceve l'estremo saluto dei ragazzi del campo Artek. I dirigenti sovietici seguono fino all'aeroporto la salma di Togliatti, insieme ai dirigenti comunisti italiani che lo accompagnano nel suo ultimo viaggio di ritorno in patria. Atteso da migliaia di compagni - la bara è portata a spalla da un gruppo di giovani comunisti - Togliatti arriva a Roma. Un flusso ininterrotto di persone scorre nella camera ardente allestita nella sede della direzione del partito. Poi, una folla immensa, di circa un milione di persone, segue la salma del dirigente comunista scomparso, fino a piazza San Giovanni, quindi al cimitero del Verano.


"25.8.1964. C'era Togliatti"
Foto di Mario Carnicelli
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari
25 settembre - 25 novembre 2014

A cura di Baerbel Reinhard e Marco Signorini
Una mostra in collaborazione con il Comune di Pistoia, Palazzo Fabroni
Responsabile scientifico MAT: Maura Picciau
Comunicazione: Francesco Aquilanti, Emilia De Simoni
Segreteria organizzativa: Laura Ciliberti, Marina Innocenzi, Claudia Graziosi
Amministrazione: Raffaella Bagnoli, Maurizio Di Gregorio, Gianna Rita
Allestimento e tecnologie: Stefano Sestili, ditta Matec

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