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GLI ITALIANI DELL'ALTROVE: Francesi

GLI ITALIANI DELL'ALTROVE: Francesi

Roma 11 gennaio 2018
ore 10.00-16.00
CNI UNESCO - Piazza Firenze 27

In Italia sono riconosciute dodici Minoranze Linguistiche Storiche (L. 482/1999), culture di lingua non italiana che si sono variamente insediate e integrate sul territorio nazionale, fino a diventare una parte essenziale della nostra complessiva identità di italiani. Con Gli Italiani dell'Altrove si intende contribuire alla conoscenza della realtà storica e contemporanea di queste minoranze, con particolare attenzione verso il loro patrimonio culturale immateriale, tenendo presente inoltre l'attualità del tema dell'immigrazione nel nostro Paese.

Il progetto testimonia l'impegno che il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, attraverso l'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, dedica alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali immateriali presenti sul territorio italiano. Particolare rilevanza ha inoltre il contesto nel quale si propone questo incontro: Palazzo Firenze - sede della Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO e della Società Dante Alighieri.

Gli Italiani dell'Altrove, avviato con gli Arbëreshë (Albanesi d'Italia), è proseguito con i Croati del Molise, gli Occitani, gli Sloveni, i Friulani, i Greci di Puglia e Calabria, i Sardi, i Francoprovenzali della Valle d'Aosta, i Ladini, i Catalani di Alghero e i Walser. L'appuntamento dell'undici gennaio 2018 è dedicato ai Francesi.

PROGRAMMA

PARTE 1

10.00-13.00
A. Introduzione al Progetto
a cura di Angelo Boscarino e Elena Federica Marini - BIA Srl

B. Saluto istituzionale
Enrico Vicenti - CNI UNESCO, Segretario Generale
Caterina Bon Valsassina - MIBACT, Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Direttore Generale
Leandro Ventura - MiBACT, Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Dirigente Servizio VI e Direttore ICDe
Emilia De Simoni - ICDe, Responsabile scientifico di progetto
Stefania Baldinotti - ICDe, Funzionario antropologo

C. Panorama linguistico-culturale
Tavola rotonda con e a cura di:
Manuela Vico - Presidente Alliance Française Cuneo
Fabrice Placet - Delegato Generale Fondation Alliance Française di Parigi in Italia, Direttore Alliance Française Torino
Davide Rosso - Direttore Fondazione Centro Culturale Valdese
Yvonne Fracassetti - saggista, ex addetta Istituti italiani di cultura all'estero e direttrice uffici scolastici consolari in Francia

13.00-14.30
D. Identità EnoGastronomica
"Racconto di gusto" del carattere e influenze italo-francesi a cura di Elma Schena e Adriano Ravera
Invio alla degustazione guidata dei formaggi con esperto ONAF
Degustazione piemontese in collaborazione con l'Istituto alberghiero G. Giolitti di Mondovì (CN) e l'Istituto alberghiero IPSEOA V. Gioberti di Roma

PARTE 2

14.30-15.30
E. Progettualità e collaborazioni italo-francesi
Racconto di esperienze e progetti in essere a cura di:
Chiara Ramero, progetto "atelier de lecture - Lire Ados" lettura e diffusione linguistica
Cristina Chioni, delegata di Unione Montana del Pinerolese e dei Comuni della Valle Chisone e Germanasca, progetti e carattere linguistico territoriale
Cristina Clerico, Assessore alla Cultura, Università, Sport, Pari Opportunità, Comune di Cuneo, progetti e rapporti transfrontalieri italo-francesi
Alberto Dellacroce, Comune di Saluzzo, progetto "VèloViso" (programma europeo transfrontaliero Italia-Francia ALCOTRA) patrimonio culturale e ambientale
Andreina Galleani D'Agliano - progetto "La liberté guidant la laine" di Jérémy Gobé, artista francese, presso il Filatoio Rosso di Caraglio (CN), arte contemporanea

15.30-16.00
F. Festa e Musica
Concerto con Enrico Pascal e Fernando Raimondo

* * *

Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Direttore: Leandro Ventura
Piazza Guglielmo Marconi 10 - 00144 Roma Eur
Tel: (39) 06 5926148 - (39) 06 5910709 Fax: (39) 06 5911848
www.idea.mat.beniculturali.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO
Piazza Firenze, 27
Sala del Primaticcio
00186 - ROMA

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2017 DICEMBRE - Giuseppe Palumbo, il fotografo in bicicletta

2017 DICEMBRE - Giuseppe Palumbo, il fotografo in bicicletta

VISIONI DEL SUD
Giuseppe Palumbo, il fotografo in bicicletta
Salento 1907 / 1959

Museo delle Civiltà / Museo delle Arti e Tradizioni Popolari
Piazza Guglielmo Marconi 8 - Roma

7 dicembre 2017 – 4 marzo 2018

Inaugurazione
giovedì 7 dicembre 2017 ore 17.30
Accensione luminarie ore 18.30

POPULOUS Dj set
dalle 19 alle 22

1740 lastre fotografiche che ritraggono il Salento arcaico e le sue trasformazioni, opera del 'fotografo in bicicletta' Giuseppe Palumbo, realizzate dal 1907 al 1959 e rimaste dimenticate per sessant'anni trovano finalmente nuova luce.

L'AUTORE
Fotografo e scrittore, Palumbo è un personaggio unico nel panorama culturale salentino della prima metà del Novecento. In sella a una bicicletta, in treno o su un piccolo calesse, ha esplorato per cinquant'anni la Terra d'Otranto, fotografando il paesaggio naturale e umano, per documentarne e valorizzarne luoghi, monumenti, risorse, produzioni.
Giuseppe Palumbo nasce a Calimera (Lecce), nel cuore della Grecìa Salentina, il 22 marzo del 1889 da Brizio Palumbo e Filomena Maggiore, agiata famiglia di proprietari terrieri. Giornalista, attento studioso del territorio, si è occupato di una grande quantità e varietà di temi che spaziano dalla cultura alle tradizioni popolari, dal patrimonio archeologico a quello architettonico, collaborando con riviste di respiro locale e nazionale. Le sue prime immagini fotografiche sono anteriori al 1909: "fissare nell'immagine il ricordo di cose, che si andavano già avviando a definitiva scomparsa", era il compito che sentiva suo e così aveva sempre fatto nella sua lunga attività di acuto indagatore della cultura popolare salentina, curioso di scoprire e rilevare i momenti del lavoro e della vita sociale, i beni storico-architettonici e le sue bellezze naturali. Muore il 26 settembre 1959 a Lecce, ma fino a quattro mesi prima della sua morte si dedicò alla catalogazione sistematica dei suoi lavori. Organizzò il suo archivio fotografico in sezioni tematiche, corredando ogni immagine con didascalie dettagliate. Volle donare tutta la sua opera al Museo Provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce, ma la malattia gli impedì di completare il lavoro che venne portato a termine dalla figlia Anna, la quale perfezionò la donazione per legato testamentario il 31 dicembre 1959, restando fino ad oggi la più appassionata promotrice e custode dell'opera del padre.
"...Mi era pure di incoraggiamento, nell'opera intrapresa, la considerazione che il mio compito sarebbe, fra l'altro, valso a fissare nell'immagine il ricordo di cose, che si andavano già avviando a definitiva scomparsa" (G. Palumbo).

Video VISIONI DEL SUD - Giuseppe Palumbo, il fotografo in bicicletta

Giovedì 7 dicembre al Museo delle Civiltà / Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma si inaugura "Visioni del Sud. Fotografie di Giuseppe Palumbo", la mostra che riscopre il Sud Italia dei primi del Novecento e lo racconta in chiave contemporanea.
Attraverso un allestimento site specific, ridisegnato sugli spazi del museo, VISIONI DEL SUD 'mette in scena' il Salento tra il 1907 e il 1959, trasformando il maestoso Salone d'Onore in una grande piazza allestita a festa con una suggestiva installazione fatta di luminarie, che sarà il cuore della mostra. Una mostra diffusa, poiché le immagini di Palumbo segneranno il percorso lungo tutte le sale del museo dialogando con i temi delle arti e tradizioni popolari.

Le luminarie, prodotte dalla storica ditta salentina Parisi Luminarie, verranno accese il giorno dell'inaugurazione e faranno da sfondo allo straordinario set di uno dei dj e producer fra i più stimati sul piano internazionale, il salentino Populous.

Reduce dal successo dell'esposizione a Otranto, questa mostra-laboratorio itinerante promossa da Istituto di Culture Mediterranee (ICM), Cinema del reale, OfficinaVisioni, Big Sur, curata da Paolo Pisanelli e Francesco Maggiore arriva nella capitale grazie all'impegno dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia e del Museo delle Civiltà per far conoscere e valorizzare in modo originale e sperimentale l'archivio fotografico di Giuseppe Palumbo, grande intellettuale e studioso di inizi Novecento, autore di una collezione di oltre 1700 immagini, ecologista ante litteram, esploratore e appassionato del patrimonio preistorico salentino.

Palumbo fu "un intellettuale del Sud, autore di un racconto che seppure narra del Salento, può assurgere a testimonianza di tutto il Mezzogiorno, in quegli anni cruciali in cui si costruiva culturalmente l'Italia", come afferma l'Assessore all'Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia Loredana Capone. Anche la celebre regista e fotografa sua conterranea Cecilia Mangini ne tesse le lodi: "Ha preceduto tutti. È un proteiforme, è un demartiniano anticipato e occulto. È il cantore del Sud. Nelle sue fotografie ecco la Puglia raccontata con oggettività e realismo, testimonianza accusatoria per il sud ridotto a povera colonia del nord industriale e progredito".

Leandro Ventura, Direttore dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia sottolinea "l'importanza di portare a Roma il Sud Italia e il Salento della prima metà del XX secolo, fissato da un osservatore impegnato e curioso, un vero intellettuale attento alla conservazione di un mondo in trasformazione, più che un semplice tecnico dello scatto fotografico".

La grande sensibilità artistica di Palumbo è riuscita infatti a produrre immagini che raccontano l'estremo Sud dell'Italia dei primi anni del ventesimo secolo, restituendo in modo aderente alla realtà e senza enfasi il popolo a cui appartenevano i costumi etnografici.
Contadini, artigiani, cantastorie, tessitrici, piccoli pastori con le loro greggi: Palumbo ha sempre mantenuto un contatto con gli abitanti del proprio territorio, che ha ispirato suggestivi reportage agresti che restituiscono spazi in cui l'uomo aveva un rapporto di consapevole rispetto sia con l'ambiente naturale, fonte di vita, che con la propria stessa identità. Questa indagine fotografica acuì la sua naturale sensibilità alla conservazione del patrimonio naturale, che lo portò a impegnarsi nella causa della conservazione del patrimonio boschivo plurisecolare che allora attraversava gran parte della penisola salentina.
Un'attenzione non esclusivamente riservata al patrimonio naturale: Palumbo documentava anche i luoghi, le genti, le tradizioni, i monumenti preistorici per denunciarne l'incuria e la distruzione che avveniva per far spazio a nuove strade e costruzioni. Una storia che si ripete e che rende attualissimi i temi e le riflessioni che l'esposizione sollecita.

VISIONI DEL SUD si propone di valorizzare questo grande patrimonio, suggerendo un nuovo sguardo su un archivio 'aperto' e, come nel desiderio dello stesso fotografo, destinato alla fruizione pubblica. Un'esposizione moderna che prende forma proprio in un museo di arti e tradizioni, come segno della necessità di coniugare ieri e oggi per arrivare al domani.
E quindi spazia tra la colorazione delle immagini e l'utilizzo di lightbox, passando per la rilettura dei tradizionali 'lampioni', le luci avvolte da carta velina utilizzate il 21 giugno per la festa del Solstizio d'estate a Calimera, paese di origine del fotografo, che verranno stavolta ricoperte di carta trasparente che riproduce le immagini dell'archivio, ricreando un suggestivo angolo di festa.
Una mostra-laboratorio che esplora un materiale 'vivo', raccolto grazie al contributo dell'Archivio della Famiglia Palumbo, del Fondo Chiriatti conservato dal Comune di Zollino, dell'Archivio Renato Colaci e dell'Archivio Cinema del reale : per questo accoglie, oltre alla sezione dei documenti e delle fedeli riproduzioni fotografiche, rielaborazioni e riletture di archivio da parte di artisti, designer, scrittori, film-maker e musicisti.
I documenti realizzati dal regista Paolo Pisanelli, come il video "Memorie di Anna" che raccoglie l'appassionata testimonianza della figlia Anna Palumbo, e l'audio-doc dedicato all'opera dell'autore presentato dalla studiosa e critica d'arte Ilderosa Laudisa.
Ma anche le installazioni "Archivi di luce" di Maurizio Buttazzo, realizzata con oggetti polimaterici e di recupero che si innestano alle immagini fotografiche dell'Archivio Palumbo, e "Sedici scatti luminosi", frutto di una ricerca accurata di immagini scelte nell'imponente corpus di immagini prodotte da Palumbo in un approccio giocoso e non formale di intervento e valorizzazione degli archivi storici, un incontro tra la pratica meccanica e chimica della fotografia di ieri e l'elaborazione cromatica digitale di oggi.

 

VISIONI DEL SUD
ideazione
Istituto di Culture Mediterranee, Associazione Cinema del reale, OfficinaVisioni, Big Sur
realizzato da
Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Museo delle Civiltà
con
Archivio Museo Sigismondo Castromediano – Provincia di Lecce
Archivio Famiglia Palumbo
Fondo Giuseppe Chiriatti/Biblioteca Comunale "Maniglio" – Zollino
Archivio Renato Colaci
Archivio Cinema del reale
con il sostegno di
Regione Puglia
Unione Europea - Fondo per lo Sviluppo e la Coesione
Teatro Pubblico Pugliese
Puglia Sounds
Apulia Film Commission
Puglia Promozione
in collaborazione con
Comune di Zollino
Comune di Calimera
Comune di Corigliano d'Otranto
Associazione Pugliese Editori
Scuola d'arte Cinematografica "Gian Maria Volontè"
Istituto Luce Cinecittà
Università Roma Tre – Dipartimento di Architettura
con il patrocinio di
Distretto Produttivo Puglia Creativa
GAL Capo S. Maria di Leuca
e la partecipazione di
Cineteca Lucana
Archivio Audiovisivo del Movimento operaio e democratico

* * *

Museo delle Civiltà - Museo delle Arti e Tradizioni Popolari
Piazza Guglielmo Marconi 8 - 00144 Roma - Tel: (39) 06 5926148 - Fax: (39) 06 5911848

ORARI DI APERTURA
Dal martedi alla domenica: ore 8.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18.30) - lunedì chiuso
BIGLIETTI
Biglietto cumulativo Museo delle Civiltà
Un biglietto di 8,00 € (ridotto 4,00 €) valido tre giorni dalla data di emissione per poter visitare le sezioni dell'alto medioevo, delle arti e tradizioni popolari, di preistoria e di etnografia
Biglietteria unica nella sezione di preistoria e di etnografia "Luigi Pigorini", piazza Guglielmo Marconi 14, Roma
Trasporti pubblici
Metro Linea B (eur Fermi) - Autobus 30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791

visionidelsud.it
idea.mat.beniculturali.it
regione puglia.it

* * *

Crediti ICDe/MuCIV

Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Direttore Leandro Ventura

Museo delle Civiltà
Direttore Filippo Maria Gambari

Coordinamento Museo delle Civiltà – Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Francesco Aquilanti, Emilia De Simoni

Coordinamento vigilanza di sala
Antonio Fiorillo

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VISIONI DEL SUD Giuseppe Palumbo, il fotografo in bicicletta

VISIONI DEL SUD Giuseppe Palumbo, il fotografo in bicicletta

VISIONI DEL SUD
Giuseppe Palumbo, il fotografo in bicicletta
Salento 1907 / 1959

Museo delle Civiltà / Museo delle Arti e Tradizioni Popolari
Piazza Guglielmo Marconi 8 - Roma

7 dicembre 2017 – 4 marzo 2018

Inaugurazione
giovedì 7 dicembre 2017 ore 17.30
Accensione luminarie ore 18.30

POPULOUS Dj set
dalle 19 alle 22

1740 lastre fotografiche che ritraggono il Salento arcaico e le sue trasformazioni, opera del 'fotografo in bicicletta' Giuseppe Palumbo, realizzate dal 1907 al 1959 e rimaste dimenticate per sessant'anni trovano finalmente nuova luce.

L'AUTORE
Fotografo e scrittore, Palumbo è un personaggio unico nel panorama culturale salentino della prima metà del Novecento. In sella a una bicicletta, in treno o su un piccolo calesse, ha esplorato per cinquant'anni la Terra d'Otranto, fotografando il paesaggio naturale e umano, per documentarne e valorizzarne luoghi, monumenti, risorse, produzioni.
Giuseppe Palumbo nasce a Calimera (Lecce), nel cuore della Grecìa Salentina, il 22 marzo del 1889 da Brizio Palumbo e Filomena Maggiore, agiata famiglia di proprietari terrieri. Giornalista, attento studioso del territorio, si è occupato di una grande quantità e varietà di temi che spaziano dalla cultura alle tradizioni popolari, dal patrimonio archeologico a quello architettonico, collaborando con riviste di respiro locale e nazionale. Le sue prime immagini fotografiche sono anteriori al 1909: "fissare nell'immagine il ricordo di cose, che si andavano già avviando a definitiva scomparsa", era il compito che sentiva suo e così aveva sempre fatto nella sua lunga attività di acuto indagatore della cultura popolare salentina, curioso di scoprire e rilevare i momenti del lavoro e della vita sociale, i beni storico-architettonici e le sue bellezze naturali. Muore il 26 settembre 1959 a Lecce, ma fino a quattro mesi prima della sua morte si dedicò alla catalogazione sistematica dei suoi lavori. Organizzò il suo archivio fotografico in sezioni tematiche, corredando ogni immagine con didascalie dettagliate. Volle donare tutta la sua opera al Museo Provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce, ma la malattia gli impedì di completare il lavoro che venne portato a termine dalla figlia Anna, la quale perfezionò la donazione per legato testamentario il 31 dicembre 1959, restando fino ad oggi la più appassionata promotrice e custode dell'opera del padre.
"...Mi era pure di incoraggiamento, nell'opera intrapresa, la considerazione che il mio compito sarebbe, fra l'altro, valso a fissare nell'immagine il ricordo di cose, che si andavano già avviando a definitiva scomparsa" (G. Palumbo).

Video VISIONI DEL SUD - Giuseppe Palumbo, il fotografo in bicicletta

Giovedì 7 dicembre al Museo delle Civiltà / Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma si inaugura "Visioni del Sud. Fotografie di Giuseppe Palumbo", la mostra che riscopre il Sud Italia dei primi del Novecento e lo racconta in chiave contemporanea.
Attraverso un allestimento site specific, ridisegnato sugli spazi del museo, VISIONI DEL SUD 'mette in scena' il Salento tra il 1907 e il 1959, trasformando il maestoso Salone d'Onore in una grande piazza allestita a festa con una suggestiva installazione fatta di luminarie, che sarà il cuore della mostra. Una mostra diffusa, poiché le immagini di Palumbo segneranno il percorso lungo tutte le sale del museo dialogando con i temi delle arti e tradizioni popolari.

Le luminarie, prodotte dalla storica ditta salentina Parisi Luminarie, verranno accese il giorno dell'inaugurazione e faranno da sfondo allo straordinario set di uno dei dj e producer fra i più stimati sul piano internazionale, il salentino Populous.

Reduce dal successo dell'esposizione a Otranto, questa mostra-laboratorio itinerante promossa da Istituto di Culture Mediterranee (ICM), Cinema del reale, OfficinaVisioni, Big Sur, curata da Paolo Pisanelli e Francesco Maggiore arriva nella capitale grazie all'impegno dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia e del Museo delle Civiltà per far conoscere e valorizzare in modo originale e sperimentale l'archivio fotografico di Giuseppe Palumbo, grande intellettuale e studioso di inizi Novecento, autore di una collezione di oltre 1700 immagini, ecologista ante litteram, esploratore e appassionato del patrimonio preistorico salentino.

Palumbo fu "un intellettuale del Sud, autore di un racconto che seppure narra del Salento, può assurgere a testimonianza di tutto il Mezzogiorno, in quegli anni cruciali in cui si costruiva culturalmente l'Italia", come afferma l'Assessore all'Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia Loredana Capone. Anche la celebre regista e fotografa sua conterranea Cecilia Mangini ne tesse le lodi: "Ha preceduto tutti. È un proteiforme, è un demartiniano anticipato e occulto. È il cantore del Sud. Nelle sue fotografie ecco la Puglia raccontata con oggettività e realismo, testimonianza accusatoria per il sud ridotto a povera colonia del nord industriale e progredito".

Leandro Ventura, Direttore dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia sottolinea "l'importanza di portare a Roma il Sud Italia e il Salento della prima metà del XX secolo, fissato da un osservatore impegnato e curioso, un vero intellettuale attento alla conservazione di un mondo in trasformazione, più che un semplice tecnico dello scatto fotografico".

La grande sensibilità artistica di Palumbo è riuscita infatti a produrre immagini che raccontano l'estremo Sud dell'Italia dei primi anni del ventesimo secolo, restituendo in modo aderente alla realtà e senza enfasi il popolo a cui appartenevano i costumi etnografici.
Contadini, artigiani, cantastorie, tessitrici, piccoli pastori con le loro greggi: Palumbo ha sempre mantenuto un contatto con gli abitanti del proprio territorio, che ha ispirato suggestivi reportage agresti che restituiscono spazi in cui l'uomo aveva un rapporto di consapevole rispetto sia con l'ambiente naturale, fonte di vita, che con la propria stessa identità. Questa indagine fotografica acuì la sua naturale sensibilità alla conservazione del patrimonio naturale, che lo portò a impegnarsi nella causa della conservazione del patrimonio boschivo plurisecolare che allora attraversava gran parte della penisola salentina.
Un'attenzione non esclusivamente riservata al patrimonio naturale: Palumbo documentava anche i luoghi, le genti, le tradizioni, i monumenti preistorici per denunciarne l'incuria e la distruzione che avveniva per far spazio a nuove strade e costruzioni. Una storia che si ripete e che rende attualissimi i temi e le riflessioni che l'esposizione sollecita.

VISIONI DEL SUD si propone di valorizzare questo grande patrimonio, suggerendo un nuovo sguardo su un archivio 'aperto' e, come nel desiderio dello stesso fotografo, destinato alla fruizione pubblica. Un'esposizione moderna che prende forma proprio in un museo di arti e tradizioni, come segno della necessità di coniugare ieri e oggi per arrivare al domani.
E quindi spazia tra la colorazione delle immagini e l'utilizzo di lightbox, passando per la rilettura dei tradizionali 'lampioni', le luci avvolte da carta velina utilizzate il 21 giugno per la festa del Solstizio d'estate a Calimera, paese di origine del fotografo, che verranno stavolta ricoperte di carta trasparente che riproduce le immagini dell'archivio, ricreando un suggestivo angolo di festa.
Una mostra-laboratorio che esplora un materiale 'vivo', raccolto grazie al contributo dell'Archivio della Famiglia Palumbo, del Fondo Chiriatti conservato dal Comune di Zollino, dell'Archivio Renato Colaci e dell'Archivio Cinema del reale : per questo accoglie, oltre alla sezione dei documenti e delle fedeli riproduzioni fotografiche, rielaborazioni e riletture di archivio da parte di artisti, designer, scrittori, film-maker e musicisti.
I documenti realizzati dal regista Paolo Pisanelli, come il video "Memorie di Anna" che raccoglie l'appassionata testimonianza della figlia Anna Palumbo, e l'audio-doc dedicato all'opera dell'autore presentato dalla studiosa e critica d'arte Ilderosa Laudisa.
Ma anche le installazioni "Archivi di luce" di Maurizio Buttazzo, realizzata con oggetti polimaterici e di recupero che si innestano alle immagini fotografiche dell'Archivio Palumbo, e "Sedici scatti luminosi", frutto di una ricerca accurata di immagini scelte nell'imponente corpus di immagini prodotte da Palumbo in un approccio giocoso e non formale di intervento e valorizzazione degli archivi storici, un incontro tra la pratica meccanica e chimica della fotografia di ieri e l'elaborazione cromatica digitale di oggi.

 

VISIONI DEL SUD
ideazione
Istituto di Culture Mediterranee, Associazione Cinema del reale, OfficinaVisioni, Big Sur
realizzato da
Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Museo delle Civiltà
con
Archivio Museo Sigismondo Castromediano – Provincia di Lecce
Archivio Famiglia Palumbo
Fondo Giuseppe Chiriatti/Biblioteca Comunale "Maniglio" – Zollino
Archivio Renato Colaci
Archivio Cinema del reale
con il sostegno di
Regione Puglia
Unione Europea - Fondo per lo Sviluppo e la Coesione
Teatro Pubblico Pugliese
Puglia Sounds
Apulia Film Commission
Puglia Promozione
in collaborazione con
Comune di Zollino
Comune di Calimera
Comune di Corigliano d'Otranto
Associazione Pugliese Editori
Scuola d'arte Cinematografica "Gian Maria Volontè"
Istituto Luce Cinecittà
Università Roma Tre – Dipartimento di Architettura
con il patrocinio di
Distretto Produttivo Puglia Creativa
GAL Capo S. Maria di Leuca
e la partecipazione di
Cineteca Lucana
Archivio Audiovisivo del Movimento operaio e democratico

* * *

Museo delle Civiltà - Museo delle Arti e Tradizioni Popolari
Piazza Guglielmo Marconi 8 - 00144 Roma - Tel: (39) 06 5926148 - Fax: (39) 06 5911848

ORARI DI APERTURA
Dal martedi alla domenica: ore 8.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18.30) - lunedì chiuso
BIGLIETTI
Biglietto cumulativo Museo delle Civiltà
Un biglietto di 8,00 € (ridotto 4,00 €) valido tre giorni dalla data di emissione per poter visitare le sezioni dell'alto medioevo, delle arti e tradizioni popolari, di preistoria e di etnografia
Biglietteria unica nella sezione di preistoria e di etnografia "Luigi Pigorini", piazza Guglielmo Marconi 14, Roma
Trasporti pubblici
Metro Linea B (eur Fermi) - Autobus 30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791

visionidelsud.it
idea.mat.beniculturali.it
regione puglia.it

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Crediti ICDe/MuCIV

Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Direttore Leandro Ventura

Museo delle Civiltà
Direttore Filippo Maria Gambari

Coordinamento Museo delle Civiltà – Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Francesco Aquilanti, Emilia De Simoni

Coordinamento vigilanza di sala
Antonio Fiorillo

Leggi tutto...
GLI ITALIANI DELL'ALTROVE: Walser

GLI ITALIANI DELL'ALTROVE: Walser

Roma 30 novembre 2017 
Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO
Sala del Primaticcio - Piazza Firenze 27
 

In Italia sono riconosciute dodici Minoranze Linguistiche Storiche (L. 482/1999), culture di lingua non italiana che si sono variamente insediate e integrate sul territorio nazionale, fino a diventare una parte essenziale della nostra complessiva identità di italiani. Con Gli Italiani dell'Altrove si intende contribuire alla conoscenza della realtà storica e contemporanea di queste minoranze, con particolare attenzione verso il loro patrimonio culturale immateriale, tenendo presente inoltre l'attualità del tema dell'immigrazione nel nostro Paese.

Il progetto testimonia l'impegno che il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, attraverso l'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, dedica alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali immateriali presenti sul territorio italiano. Particolare rilevanza ha inoltre il contesto nel quale si propone questo incontro: Palazzo Firenze - sede della Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO e della Società Dante Alighieri.

Gli Italiani dell'Altrove, avviato con gli Arbëreshë (Albanesi d'Italia), è proseguito con i Croati del Molise, gli Occitani, gli Sloveni, i Friulani, i Greci di Puglia e Calabria, i Sardi, i Francoprovenzali della Valle d'Aosta, i Ladini e i Catalani di Alghero. L'appuntamento del 30 novembre 2017 è dedicato ai Walser.

 loghiwalser

GLI ITALIANI DELL'ALTROVE: Walser

PROGRAMMA

14.30-15.30

A. Introduzione al Progetto
a cura di Angelo Boscarino e Elena Federica Marini – BIA Srl

B. Saluto istituzionale
Enrico Vicenti – CNI UNESCO, Segretario Generale
Caterina Bon Valsassina – MIBACT, Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Direttore
Luisa Montevecchi – MiBACT – Segretariato Generale, Servizio I (Rapporti con l'UNESCO), Dirigente
Leandro Ventura, Direttore Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Emilia De Simoni, Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, Responsabile Scientifico di progetto
Alessandro Masi - Società Dante Alighieri, Segretario Generale

15.30 -16.30

C. I Walser si presentano all'UNESCO: carattere di una candidatura

Presentazione del contesto storico-culturale a cura del prof. Enrico Rizzi (Storico dei Walser) e introduzione alla tavola rotonda con:
Dino Piero Giarda - Fondazione Monte Rosa
Luciano Caveri – già Presidente Anno Internazionale della Montagna
Teresio Valsesia – giornalista e scrittore
Maria Sica – CNI UNESCO

E con una rappresentanza dei Sindaci delle Comunità Walser Italiane: Sindaco di Alagna Valsesia (VC), Sindaco di Formazza (VB), Sindaco di Issime (AO)

16:30-17.30
D. Film
Proiezione del film:
I WALSER – Sulle orme di un antico popolo alpino – Fabio Bonetti- Svizzera / 1985 / 60'

17.30-18.30
E. Festa e Musica
Poesia walser a cura di Anna Maria Bacher, musica con l'achbrétt walser, costumi in rappresentanza di tutte le Comunità Walser italiane

18.30 – 20.00
F. Racconto e degustazione dei sapori tipici della montagna Walser:
a cura dell'équipe "Walser Schtuba" di Formazza (VB)

* * *

Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Direttore: Leandro Ventura
Piazza Guglielmo Marconi 10 - 00144 Roma Eur
Tel: (39) 06 5926148 - (39) 06 5910709 Fax: (39) 06 5911848
www.idea.mat.beniculturali.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO
Piazza Firenze, 27
Sala del Primaticcio
00186 - ROMA

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Tocatì: le giornate dell’immateriale

Tocatì: le giornate dell’immateriale

Verona Sabato 18 e Domenica 19 novembre 2017 

TOCATÌ UN PATRIMONIO CONDIVISO - LE GIORNATE DELL'IMMATERIALE
Per la salvaguardia dei Giochi e Sport Tradizionali, esperienze in dialogo e in viaggio

Seminario formativo
Verona, Sabato 18 – Domenica 19 novembre 2017
Sala convegni Palazzo Pompei del Sanmicheli
Museo di Storia Naturale, Lungadige Porta Vittoria, 9

Nell'ambito del progetto Tocatì: un patrimonio condiviso, Associazione Giochi Antichi (AGA) e Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia (ICDE) propongono un appuntamento di formazione e scambio di esperienze: "Le giornate dell'immateriale. Per la salvaguardia dei Giochi e Sport Tradizionali". Questo primo appuntamento vuole inaugurare una stagione d'incontri intorno a due obiettivi principali:

- La costruzione di una rete italiana per la salvaguardia del patrimonio ludico tradizionale basata sullo scambio di pratiche ed esperienze locali. Attori principali di questa rete sono le comunità ludiche italiane, già in dialogo con AGA e protagoniste di Tocatì fin dalla nascita del Festival.

- La condivisione di un programma di salvaguardia dei giochi e sport tradizionali, nell'ambito di un progetto di candidatura multinazionale di Tocatì al Registro delle buone pratiche di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale: strumento di dialogo con le Istituzioni, il mondo della ricerca e di cooperazione a livello nazionale e internazionale.

Per le comunità, si tratta di un'opportunità per rinforzare la loro azione a tutti i livelli, dal locale all'internazionale. Per le Istituzioni, di un'occasione per sostenere il movimento e la rete che intorno ad AGA e a Tocatì sta crescendo a livello nazionale e internazionale. Per la comunità scientifica e quella dei musei, di una preziosa occasione per aprire nuovi fronti di ricerca e formazione, in uno spirito partecipativo e progettuale.

Il progetto prevede una stretta cooperazione tra l'Associazione Giochi Antichi - AGA, l'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia – ICDe (MiBACT), la Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici – SIMBDEA, l'Associazione Nazionale Beni Patrimonio UNESCO, l'Unione Nazionale Pro Loco - UNPLI, l'Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari (ONG accreditate dal Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale), la Regione del Veneto, il Comune di Verona e una rete di Università e cattedre UNESCO italiane.
In particolare sono coinvolte le Università di Milano Bicocca, Verona, Firenze, Roma Sapienza, Matera e Palermo.

PROGRAMMA

Sabato 18 novembre 2017 - Sala convegni, Palazzo Pompei comune di Verona

1. FARE RETE. Arrivo dei partecipanti e apertura dei lavori.

8.30 I saluti delle Istituzioni:
Federico Sboarina, sindaco di Verona, Francesca Briani, assessore alla cultura, Leandro Ventura, direttore dell'ICDe (Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, MiBACT)

8.50 Associazione Giochi Antichi (AGA), Giorgio Paolo Avigo, Giuseppe Giacon, Valentina Lapiccirella Zingari.
Incontrare le comunità ludiche e condividere una storia comune. Dal manifesto di AGA al Manifesto di Tocatì.

Ripartire dal MANIFESTO di AGA del 2008
Introduzione delle due giornate. Riflessione sul tema della comunità di pratica e sulla salvaguardia dell'immateriale a partire dalla novità delle definizioni proposte dalla Convenzione UNESCO.

9.00 Incontro con le Comunità ludiche tradizionali italiane.
Il racconto, come un viaggio attraverso l'Italia che gioca, seguirà il percorso storico dell'incontro tra AGA e le comunità nel Tocatì. Per le comunità, prenderanno la parola un giocatore ed un rappresentante del comune di pertinenza, in dialogo con AGA (Associazione Giochi Antichi).

Comunità della Ciaramela, Associazione culturale Fiö d'lä lippä. Comune di Mede (PV) Lombardia
Comunità de S'istrumpa. Federazione Italiana S'istrumpa, Comune di Ollolai (NU) Sardegna
Comunità delle Bijé. Associazione Gioco delle Bijé. Comune di Farigliano (CN) Piemonte
Comunità del Lancio del Maiorchino. Comune di Novara di Sicilia (ME) Sicilia ("uno dei primi incontri fatti, prima del 2007, sono stati loro")
Comunità del Pallone col bracciale, Ente Disfida del Bracciale. Comune di Treia (MC), Marche
Comunità del Fiolet, Palet, Rebatta, Tsan, Mora. Federaxon Esport Nothra Tera Fent. Comune di Brissogne (AO) Valle d'Aosta
Comunità della Capanna. Comune di Santa Fiora (GR). Toscana
Comunità del Trucco di terra, Polisportiva Rialtese. Comune di Rialto (SV), Liguria
Comunità della Palla eh/Palla 21! L'Associazione Podere di Santa Maria. Comune di Ciciano (SI) Toscana
Comunità del Pizzicantò. Proloco e Comune di Irsina (MT), Basilicata
Comunità della Borella. Comune di Casale sul Sile (TV) Veneto

Conclusioni della mattinata

12.45 Pausa pranzo Sala Fossili

2. PRATICHE DI RICERCA E SOSTENIBILITÀ.
Verso un inventario italiano dei giochi e sport tradizionali. Progettare insieme il contributo della ricerca in Italia, a partire dal lavoro "Giochi tradizionali d'Italia. Viaggio attraverso un paese che gioca" edizione di AGA

14.30 Comunità del To' Vegna. CRAL Farrese. Comune di Farra di Mel (BL), Veneto. Comunità dello S'cianco di Verona, Veneto. Sindaco di un comune della provincia di Verona

15.00 Leandro Ventura e Stefania Baldinotti. ICDe. Tocatì e il progetto d'inventario nazionale del P.C.I

15.30 Renata Meazza. Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Regione Lombardia. Identificazione partecipativa del patrimonio immateriale: comunità, inventari e piattaforme web. Riflessioni transfrontaliere

15.50 Domenico Zugliani. Ufficio UNESCO di Verona. Associazione Nazionale Beni Patrimonio UNESCO. Patrimoni vivi in città. Dialogo con le comunità: progetti per un futuro condiviso

16.10 Gabriele Desiderio. UNPLI. La rete delle Pro Loco per la salvaguardia del patrimonio immateriale. Un impegno
nazionale e internazionale

16.30 Valentina Lapiccirella Zingari. SIMBDEA-AGA. Tocatì e la rete italiana delle comunità ludiche. Il ruolo delle comunità e delle ONG nella salvaguardia dell'immateriale

17.00 Dibattito

18.30 Chiusura della giornata

Conclusioni della giornata e presentazione del Protocollo di Verona

Domenica 19 novembre 2017 - Sala convegni, Palazzo Pompei comune di Verona

3. NEL CANTIERE DEL PATRIMONIO IMMATERIALE.
La ricerca universitaria e territoriale per la salvaguardia dei giochi e sport tradizionali

9.00 Paolo G. Avigo e Giuseppe Giacon. Introduzione alla giornata. Cosa si aspettano le comunità ludiche dalla ricerca? Domande aperte

9.20 Benedetta Ubertazzi. Università Milano Bicocca. Comunità, società civile e associazionismo. L'accreditamento delle ONG e la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale UNESCO

9.40 Giovanna Dal Gobbo e Romina Nesti. Dipartimento di Scienze della Formazione - Cattedra UNESCO "Sviluppo umano e cultura di pace", di Firenze. Pratiche di educazione al patrimonio culturale immateriale e ricerca. La Toscana dei giochi tradizionali

10.00 Vita Santoro. Università della Basilicata – Cattedra UNESCO "paesaggi culturali del Mediterraneo e comunità di saperi". Patrimoni culturali immateriali e comunità ludiche in Basilicata: il contributo della Cattedra Unesco di Matera alla ricerca

10.20 Rosario Perricone. Accademia Belle Arti di Palermo/Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino. La Sicilia dei giochi tradizionali. Vecchie e nuove stagioni di ricerca

10.40 Vincenzo Padiglione. Università di Roma Sapienza. Le comunità, la ricerca etnografica e i musei per la salvaguardia del patrimonio ludico tradizionale in Lazio. Prospettive di collaborazione

11.00 Anna Paini e Marta Ugolini. Dipartimento di Culture e Civiltà e Dipartimento di Economia Aziendale. Università degli Studi di Verona. Lavorare con le comunità. Tocatì nel territorio di Verona

11.20 Pietro Clemente, SIMBDEA. Patrimonio culturale, ricerca etnografica e reti di comunità. Per un inventario partecipativo dei giochi e sport tradizionali. Conclusioni aperte

12.00 Dibattito e adesioni al Protocollo di Verona

Per partecipare e per altre informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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GLI ITALIANI DELL'ALTROVE: Catalani di Alghero

GLI ITALIANI DELL'ALTROVE: Catalani di Alghero

Roma 21 ottobre 2017 
Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Museo delle Civiltà - Museo delle Arti e Tradizioni Popolari 
Sala Conferenze "Diego Carpitella"
Piazza Guglielmo Marconi 8/10 - Roma
ore 10.00-16.30

CATALANI

 
In Italia sono riconosciute dodici Minoranze Linguistiche Storiche (L. 482/1999), culture di lingua non italiana che si sono variamente insediate e integrate sul territorio nazionale, fino a diventare una parte essenziale della nostra complessiva identità di italiani. Con Gli Italiani dell'Altrove si intende contribuire alla conoscenza della realtà storica e contemporanea di queste minoranze, con una particolare attenzione verso il loro patrimonio culturale immateriale, tenendo presente inoltre l'attualità del tema dell'immigrazione nel nostro Paese.

Il progetto testimonia l'impegno che il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, attraverso l'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, dedica alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali immateriali presenti sul territorio italiano. Per la sua particolare rilevanza rispetto alle tematiche del patrimonio immateriale e della diversità culturale, il progetto ha ottenuto il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO.

Gli Italiani dell'Altrove, avviato nel 2012 con gli Arbëreshë (Albanesi d'Italia), è proseguito con i Croati del Molise, gli Occitani, gli Sloveni, i Friulani, i Greci di Puglia e Calabria, i Sardi, i Francoprovenzali della Valle d'Aosta e i Ladini. Il MiBACT e l'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia presentano i nuovi appuntamenti del 2017, a cura di BIA Srl: il 21 ottobre i Catalani di Alghero, a novembre i Walser, a dicembre i Francesi.

La giornata dedicata ai Catalani di Alghero si svolgerà a Roma al Museo delle Civiltà nella sede del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, ed è realizzata in collaborazione con lo Sportello Linguistico della Regione Sardegna e Delegazione del Governo Catalano in Italia; aprirà - dalle ore 10.00 - con i saluti di Luisa Montevecchi (Segretariato Generale MiBACT), Leandro Ventura (ICDe), Filippo Maria Gambari (Museo delle Civiltà), e con la partecipazione di Giovanni Zanfarino (CNI UNESCO), dell'Assessore alla Cultura Giuseppe Dessena (Regione Sardegna) e del Sindaco di Alghero Mario Bruno.

Il programma prevede, tra l'altro, una proiezione mattutina del documentario "Lo dia que el peixos han escomençat a pescar - il giorno che i pesci iniziarono a pescare" (di Giovanni Collu, 36', 2014, catalano-algherese con sottotitoli in italiano), che resterà disponibile, nella versione intera, per tutta la settimana successiva. Il pomeriggio chiuderà con un concerto in lingua catalana-algherese del cantautore Claudio Gabriel Sanna.

 

PROGRAMMA

10.00-13.00

Introduzione al progetto
A cura di BIA Srl

Saluto istituzionale
MiBACT – Segretariato Generale, Servizio I, Luisa Montevecchi, Dirigente
ICDe - Leandro Ventura, Direttore
Museo delle Civiltà – Filippo Maria Gambari, Direttore
Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO - Giovanni Zanfarino, Dirigente
Regione Sardegna – Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione Spettacolo e Sport – Giuseppe Dessena, Assessore
Comune di Alghero – Mario Bruno, Sindaco
Ministero della Cultura Governo Catalano
Dipartimento di Cultura della Generalitat de Catalunya, Jusèp Boya i Busquet - Direttore Generale di Archivi, Biblioteche, Musei e Patrimonio

Proiezione del Film-documentario
"Lo dia que els peixos han escomençat a pescar – Il giorno che i pesci iniziarono a pescare" (Produzione: G. Collu; Soggetto, sceneggiatura, regia: G. Collu, J. Llorella Oriol, I. Veiga; Musiche.: X. Erkizia; Fotografia: L. Melis, M. Simula; Montaggio: G. Fois, S. Belisario; Suono: X. Erkizia, G. Collu, I. Veiga; Costumi: P. Pinna; Consulenza storiografica: M. Sari; 2014)
Introduzione e commento a cura di Emilia De Simoni (ICDe) e Joan Elies Adell Pitarch (Ufficio ad Alghero della Delegazione del Governo Catalano in Italia)

13.00-14.30
La cucina di Alghero tra la Sardegna e la Catalogna
A cura di Giuseppe Izza (Slow Food)

14.30-15.30
Lingua e futuro: L' Alguer e la Lingua Catalana
Francesc Ballone – "La situazione del catalano di Alghero oggi e proposte per il futuro"
Giuliana Portas – "L'esperienza e le attività dello Sportello Linguistico Regionale ad Alghero"
Eleonora Cattogno – "Come una storia: l'Alghero catalana raccontata ai bambini"
Claudio Gabriel Sanna – "La musica ha salvato l'algherese?"

15.30-16.30
Festa e Musica
Concerto del cantautore algherese Claudio Gabriel Sanna

***

Crediti ICDe

Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Direttore: Leandro Ventura

Coordinamento scientifico: Emilia De Simoni
Coordinamento tecnico-organizzativo: Francesco Aquilanti
Segreteria comunicazione: Francesca Montuori
Accoglienza e vigilanza: Antonio Fiorillo
Riprese fotografiche: Roberto Galasso
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